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Seduzione ed emancipazione I primi 100 anni del reggiseno

Inventato un secolo fa dall'ereditiera Mary Phelps Jacobs. Dopo la seconda guerra mondiale l avvento del Very secret per una taglia in più

Bruciato in piazza dalle femministe, usato con lo scopo di ridurre le differenze tra uomo e donna, osannato dalle pin up e trasformato in icona indiscussa della seduzione. Sono passati cent’anni dal giorno in cui la giovane ereditiera americana Mary Phelps Jacob, inventò l’accessorio al quale nessuna donna, oggi, può rinunciare: il reggiseno.
Formato da due fazzoletti e da due fasce per neonato, il primo modello era una sorta di tracolla in grado di separare il seno. Indubbiamente poco femminile, ma capace di diventare comunque simbolo dell’emancipazione delle donne. Passa poco tempo e il reggiseno si trasforma in oggetto «utile». Sono gli anni ’20, i tempi della moda alla garçonne con capelli corti, pantaloni e seni piatti.
Il reggiseno, allora, serviva proprio a questo: ad appiattire il petto. Simbolo indiscusso di quella tendenza, che approdò anche sul grande schermo, fu  Greta  Garbo. Per vedere il primo reggiseno simile a quelli dei nostri giorni bisogna, però, attendere gli anni ’30, periodo caratterizzato dall’introduzione nel mercato delle fibre sintetiche, prima fra tutte il nylon. È il momento in cui anche le grandi griffe si scatenano, provando a riproporre i corsetti che, però, non piacciono più.
È il reggiseno, ormai, l’oggetto del desiderio che diventa simbolo della donna maggiorata per eccellenza dopo la seconda Guerra Mondiale con le pin up americane. Nasce così il primo reggiseno che serve ad aumentare il decolletè. Si chiama «Very Secret» ed è composto dai primi cuscinetti d’aria che sollevano i seni e regalano una taglia in più. Negli stessi anni viene introdotta la lycra, tessuto morbido, confortevole e ancora oggi tra i più usati nella biancheria intima. Non solo tempi floridi, però, per il reggiseno che, negli anni, ha anche attraversato periodi bui.
A sostituire le maggiorate, ci pensano le modelle pelle e ossa negli anni ’60. Simbolo di quei tempi l’inglese Twiggy. Il reggiseno viene così snobbato, fino a diventare simbolo delle proteste delle femministe che lo bruciano in piazza in nome dell’emancipazione. Ritorna negli anni ’70 quando in Francia viene lanciato il primo modello senza cuciture. E spopola nel 1981 quando le case di moda iniziano a proporre numerosissimi modelli comodi e colorati. Ma la rivoluzione è datata 1994 quando nasce il reggiseno delle meraviglie: il Wonderbra. Il primo vero push up che regala forme e dimensioni generosissime. Lanciato da Playtex, diventa una vera e propria icona culturale.
Oggi dal push up si è addirittura passati al «super push up», una versione «maggiorata» del Wonderbra che permette alle donne di acquistare fino a due taglie in più senza ricorrere alla chirurgia. Tante, insomma, le evoluzioni di un capo che è diventato un vero e proprio pezzo di storia della moda e non solo. Anche il cinema lo ha celebrato e le dive che hanno mostrato il proprio seno coperto da un reggiseno sono davvero tante: da Demi Moore a Sophia Loren, fino a Brigitte Bardot e Sharon Stone.
Mentre rimane indimenticabile il celebre bustier con reggiseno con punte d’oro, firmato da Jean Paul Gaultier e indossato da Madonna nel video di Open Your Heart. Reggiseno oggi esposto a Los Angeles al Museo Frederick's of Hollywood accanto alla biancheria intima indossata da Marylin Monroe in «A qualcuno piace caldo».

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