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Regione, il dopo Lombardo: partita tra indecisione e caos

Tra candidati e "pensatori" ci sono già dieci nomi per occupare la poltrona di presidente della Regione. Da Fava a Crocetta, fino a Gianfranco Miccichè. E stamattina anche il capogruppo all'Ars del Pdl Leontini ha annunciato la propria discesa in campo

PALERMO. Partiti subito al lavoro dopo le dimissioni di Raffaele Lombardo, ma è caos sulle candidature alla presidenza della Regione siciliana per le elezioni di ottobre. Con l'Assemblea sciolta, i 90 deputati in carica fino all'insediamento del nuovo parlamento, l'ex governatore in attività per l'ordinaria amministrazione (costo totale per le casse pubbliche di circa 10 milioni da qui al voto) i fari sono puntati sulle mosse delle forze politiche.


Così mentre Lombardo vola a Roma per motivi personali dopo avere riunito ieri sera a cena la sua giunta in un ristorante a Palermo, il clima politico si fa subito incandescente. A destra a sinistra e al centro. Comincia Claudio Fava. L'ex eurodeputato conferma la sua
candidatura a governatore e attacca Rosario Crocetta, anche lui già in campo per Palazzo d'Orleans e in procinto di presentare il programma. «Non mi sembra che Crocetta contenga elementi di rottura dell'attuale sistema, i suoi big sponsor, d'altronde, sono Lombardo attraverso il gradimento già espresso dal capogruppo del Mpa all'Ars, e l'editore Mario Ciancio», incalza.


E se a Roma si profila l'alleanza tra Pd, Sel e Udc, Fava stuzzica i democratici ('ragionano per categorie superatè) e tende la mano a Idv: «Mi aspetto di condividere con Leoluca
Orlando la battaglia di alternativa e di liberazione della Regione». In attesa delle scelte del partito di Bersani, schiacciato tra la candidatura di Crocetta e l'intesa con l'Udc alla quale lavora il segretario Giuseppe Lupo con l'ipotetica candidatura del senatore Gianpiero D'Alia, la temperatura nel Pdl si surriscalda.  


La mossa di Basilio Catanoso di chiedere al segretario Angelino Alfano di candidarsi alla Regione sembra aver dato il via alla resa dei conti. Rompendo gli indugi, Innocenzo
Leontini, capogruppo del Pdl all'Ars, ha ufficializzato la propria candidatura. Al suo fianco c'è il Pid, che ieri ha riunito il gruppo dirigente a Palazzo dei Normanni, alla presenza del segretario Saverio Romano, per chiudere l'alleanza. «Non vogliamo entrare in contrasto con nessuno, nè con altri candidati. Anzi - dice Leontini - offriamo la mia candidatura al
Pdl e in primis al mio amico Alfano, che con questa scelta può essere aiutato». Con Leontini si sono schierati Noi Sud, i socialisti di Stefania Craxi e 4 dei 19 deputati regionali. «E ora che Lombardo non c'è più, non escludo un dialogo con il Mpa», afferma il capogruppo. Il silenzio del triumvirato che guida il Pdl in Sicilia (Giuseppe Castiglione, Domenico Nania e Dore Misuraca) è rotto dall'ex ministro Stefania Prestigiacomo che però si schiera con Gianfranco Miccichè, leader di Grande Sud.

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