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Regione, tagli al personale: i sindacati si oppongono

Le firme sindacali dicono no alla Spending review che prevede una forbiciata di 2 mila regionali. Scatta la corsa contro il tempo. l'Mpa: "O si agisce subito, o Roma invia un commissario"

PALERMO. I sindacati fanno muro contro i tagli al personale, i deputati temporeggiano in vista delle elezioni ma il governo regionale accelera sulla norma che dovrebbe consentire risparmi per 150 milioni e diminuire il personale di circa duemila unità. E così domani in Aula andrà in scena la resa dei conti tra esecutivo e Parlamento, protagonisti di questo scontro di fine legislatura.
L’ultima sfida l’ha lanciata l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, che ha ripresentato la norma sulla spending review sotto forma di emendamento all’assestamento di bilancio. Il testo era stato trasformato in un disegno di legge dalla commissione e rischiava di impantanarsi nell’iter legislativo. Adesso potrà essere discussa dall’Ars già domani, nell’ultimo giorno utile prima che le dimissioni del presidente Raffaele Lombardo interrompano la legislatura. La corsa contro il tempo inizierà alle 8,30, quando Armao incontrerà nuovamente i sindacati e avrà a disposizione un paio d’ore per trovare una sintesi sul provvedimento.
Il nodo da superare riguarda quello del personale. In commissione il dirigente del Personale, Giovanni Bologna, ha ribadito che alla Regione ci sono circa 1.500 dipendenti tra i 60 e i 65 anni. Per i sindacati non ha però chiarito i criteri dei processi di mobilità: «Quali dipendenti saranno coinvolti, in base a quali regole e con quali fondi si pagherebbero duemila liquidazioni». La Cgil afferma di essere contraria a «tagli lineari, perchè con la mannaia non si fanno gli interessi della Sicilia e dei siciliani». I Cobas Codir ribadiscono il «no alla macellazione dei dipendenti regionali». La Cisl apre ai tagli immediati a consulenze e esternalizzazioni: «Ma in tre giorni - spiega Maurizio Bernava - non si può fare quello che non hanno fatto in tre anni». La Uil afferma poi che «la norma è iniqua perchè presenta dei tagli che non hanno alcuna validità strategica». Tra le proposte che porteranno al tavolo c’è quella di un rinvio del testo sul personale ma, spiega la Cisl, «chiediamo di attivare la mobilità interna e la pianta organica».
Con i sindacati si schierano pure i partiti, che prendono la distanze da misure impopolari alla vigilia della campagna elettorale. Per il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona, «dal testo non emergono dati sul risparmio reale». Per Giuseppe Lupo del Pd «si potrebbero fissare dei paletti per i tagli alla spesa, ma per essere credibile Lombardo azzeri subito l’inutile pletora di consulenti». Cauto pure Livio Marrocco, capogruppo di Fli, per il quale «Armao ha portato una mini-finanziaria difficile da affrontare. C’è troppa carne al fuoco». Ma il coordinatore dell’Mpa, Giovanni Pistorio, spinge per l’approvazione della norma e agita lo spettro del commissariamento: «I patti vanno rispettati - dice riferendosi all’incontro tra Lombardo e il premier Monti. Meglio gestire i tagli alla spesa che subirli da meccanismi commissariali». Non a caso Armao, dopo aver lanciato il rischio della bancarotta, ribadisce che «bisogna dare un segnale chiaro ai mercati e al governo nazionale. Nessuno perderà il lavoro, ma attraverso misure di accompagnamento alla pensione e procedure di mobilità si abbasseranno i costi per il personale». Un appello rilanciato ieri dal presidente Lombardo, per il quale «la spending review va approvata dall’Ars anche nei prossimi giorni e anche modificata in aula, purchè gli emendamenti rientrino nella logica del risparmio».

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