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Saldi, bilancio disastroso: vendite in caduta libera

Trenta per cento in meno di acquisti con gli sconti rispetto allo scorso anno. E i commercianti lanciano l'allarme: "Se continua così, saremo costretti a licenziare il personale"

PALERMO. Vendite per i saldi estivi in caduta libera: trenta per cento in meno rispetto allo scorso anno. E i commercianti lanciano l'allarme: «Se continua così, saremo costretti a licenziare il personale». Il bilancio a quindici giorni dall'inizio dei saldi estivi è uno dei più disastrosi degli ultimi anni. Il bassissimo potere d'acquisto delle famiglie (un capo in media acquistato) e l'aumento dei costi di gestione sono le cause che hanno fatto crollare il commercio palermitano. Se prima i saldi erano l'occasione per comprare ciò che piaceva a prezzi ribassati, adesso si è passati alla fase dell'acquisto di ciò che serve.
A comandare non è più l'impulsività, ma la tasca. E di questi tempi spendere è complicato. «Indagini recenti ci dicono che il più del 60 per cento dei consumatori non è propenso all'acquisto, perché non vede prospettive per il futuro - dice il vicepresidente di Confcommercio, Patrizia Di Dio -. Se a questo aggiungiamo la mancanza di una politica economica per il rilancio dei consumi, anche agendo sugli stipendi, il mancato rilascio di risorse per il settore, possiamo dire che per gli imprenditori la strada è tutta in salita».
Ma in salita ci saranno anche i lavoratori, visto che adesso, per rimanere in vita, le imprese stanno mettendo mano ai quei conti che segnano rosso, cominciando con la voce che pesa più di ogni altra, quella del personale. «La parola d'ordine è rigore nel contenere le spese - continua Di Dio -. Cominceremo con la rinegoziazione delle quote di affitto dei locali, taglieremo dove è possibile costi superflui o li comprimeremo, ma se ciò non funzionasse, saremo costretti ad alleggerire l'organico se vogliamo resistere dentro un mercato che ha cominciato a fagocitare le imprese più deboli.
Gli imprenditori hanno messo sul piatto tutto ciò che era possibile - dice Di Dio -, rischiano anche il patrimonio personale, ma continuano a raccogliere i cocci di stagioni in perdita. E se anche i saldi non rispondono come dovrebbero allora la situazione è veramente critica». Il problema del commercio sbarcherà sicuramente al tavolo della Consulta istituita dal sindaco Leoluca Orlando con tutte le associazioni di categoria, che inizierà i lavori a settembre. «Bisognerà fare presto - avverte il vicepresidente di Confcommercio -, i commercianti non possono più aspettare». Dentro i negozi si è vista poca gente, nemmeno i curiosi che nelle passate stagioni hanno almeno affollato gli spazi di vendita. E dire che le percentuali di sconto sono del 50 per cento dall'inizio, e adesso sono al 75 per cento. Ma ci sono anche i motivi per questa fuga dai negozi: i saldi sottobanco sono cominciati almeno un mese prima dall'inizio ufficiale della stagione. Con la formula della fidelizzazione, ci sono stati moltissimi negozi che hanno attirato i loro clienti proponendo sconti in un periodo proibito dalla legge. Questo si è tradotto in concorrenza sleale verso chi ha, correttamente, aspettato l'inizio regolare.

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