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Mafia, sequestrate imprese per sei milioni nell'Agrigentino

L'indagine di carattere patrimoniale è legata a filo doppio con l'inchiesta antimafia «Nuova Cupola»: secondo gli investigatori vi sarebbero stati forti condizionamenti sulle attività economiche di Porto Empedocle, Realmonte e Siculiana

AGRIGENTO. Cinque imprese, del valore presunto di circa 6 milioni di euro, sono state sequestrate dai poliziotti della squadra mobile di Agrigento ad altrettanti indagati dell'operazione antimafia denominata «Cupola» scattata qualche settimana fa. Si tratta dell'impresa edile 'A&G' di Alfonso Tuttolomondo con sede a Porto Empedocle (Ag), dell'impresa edile 'Mauro S.B.' di Antonio Brucculeri con sede a Reamonte (Ag), della 'Beton Calcestruzzì di Porto Empedocle di cui è amministratore unico Gerlando Gibilaro e di cui sono soci Salvatore Guarraci ed Alfonso Guarraci, l'impresa 'Calcestruzzi srl' di Porto Empedocle, che si occupa di produzione di conglomerati bituminosi, già sequestrata dal tribunale di Agrigento con provvedimento del 6 giugno 2011 e l'impresa di Maurizio Traina, a Porto Empedocle, anch'essa già sequestrata dal tribunale il 10 giugno del 2011.


L'indagine di carattere patrimoniale è legata a filo doppio con l'inchiesta antimafia «Nuova Cupola»: secondo gli investigatori vi sarebbero stati forti condizionamenti sulle attività economiche di Porto Empedocle, Realmonte, Siculiana, in un sistema di connivenze cui hanno partecipato le imprese sino a determinare un vero e proprio monopolio. Un 'cartellò di fatto che estrometteva, ricorrendo a metodi mafiosi, le altre imprese operanti negli stessi settori. «Con questi provvedimento di sequestro - ha dichiarato il dirigente della Mobile di Agrigento, il vice questore aggiunto Corrado Empoli - si ristabilisce il principio democratico della libera impresa: lavora chi offre il miglior prezzo e il miglior prodotto e non chi è legato a Cosa Nostra».

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