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Regione, cento poltrone a rischio

Il via libera alla legge blocca-nomine ha rimesso tutto in discussione. Il prossimo governo non solo potrà sostituire i dirigenti della macchina amministrativa facendo leva sullo spoils system, ovvero il rimpasto dei dirigenti, ma potrà anche rivoluzionare i vertici delle società collegate

PALERMO. C’è l’agronomo di fiducia del presidente Lombardo, il dirigente fedelissimo, l’attivista del partito: una montagna di incarichi di sottogoverno affidati in questi mesi, che però adesso rischia di scricchiolare. Perchè il via libera alla legge blocca-nomine ha rimesso tutto in discussione. Il prossimo governo non solo potrà sostituire i dirigenti della macchina amministrativa facendo leva sullo spoils system, ovvero il rimpasto dei dirigenti, ma potrà anche rivoluzionare i vertici delle società collegate. Difficile quantificare i posti a rischio, tra dirigenti, consiglieri d’amministrazione, revisori. L’elenco dovrebbe sfiorare quota cento posti.
A rischio sarebbero quelli assegnati nei due mesi precedenti alle dimissioni di Lombardo. E se il presidente della Regione lascerà il governo, come promesso, il 31 luglio, il conto è presto fatto: salterebbero le poltrone spartite a partire dal primo giugno scorso, prendendo in considerazione la firma dell’incarico piuttosto che la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ma su questo punto diversi deputato ieri hanno espresso perplessità, mentre Fli e Mpa hanno ritenuto la norma anticostituzionale. La parola adesso passa al commissario dello Stato.
Ad ogni modo, sarebbe in bilico la posizione di Claudio Raciti, ex assessore provinciale con l’Mpa e agronomo di Lombardo, chiamato alla guida dell’Arsea, l’agenzia per le erogazioni dei contributi in agricoltura. Stesso discorso per Cleo Li Calzi, palermitana, già capo della segreteria tecnica del presidente e chiamata alla guida di Sviluppo Italia Sicilia. Al suo fianco lavora pure Pippo Greco, che invece è capo della segreteria politica di Lombardo.
L’elenco è sterminato e riguarda pure la Beni Culturali Spa, società partecipata che dovrebbe fondersi assieme ad altre due aziende in una nuova società consortile. Un’operazione che coinvolgerà 2.300 lavoratori e sulla quale si è concentrata l’attenzione di Lombardo. Tanto che alla guida della Beni culturali ha chiamato tre fedelissimi: Gianni Silvia (suo vicecapo di gabinetto), Mariano Pisciotta e Salvatore Sammartano.


A rischio revoca un’altra nomina, quella di Salvina Profita, al vertice di Lavoro Sicilia. Una scelta che scatenò la polemica perchè la donna sarebbe stata sentimentalmente legata a Tony Rizzotto, attività dell’Mpa che in prima battuta non aveva potuto accettare l’incarico. La protesta dei partiti di opposizione all’Ars si è sollevata pure per la nomina di Dario Bonanno, candidato alle ultime amministrative tra le fila dell’Mpa, come commissario liquidatore dell’Eas, o la nomina del medico Alessandro Cappellani a capo dell’Ersu di Catania. Alla Crias, la Cassa regionale per il credito alle imprese, è in bilico Mariella Amoroso mentre all’Irsap si trova Salvatore Pirrone. E ancora, potrebbero essere revocate quelle dei commissari nominati alla guida dei consorzi di ripopolamento ittico, pubblicate di recente in Gazzetta ufficiale. In quello di Catania è stato chiamato Fausto Piazza, a Villafranca-Pace del Mela è arrivato Giovanni Rovito, all’Agrigento 1 Bernardo Campo, al Golfo di Patti Donatella Sabbatino Donatella, al Golfo Golfo di Castellammare Vincenso Lo Castro, al Golfo di Gela Sebastiano Ballanti. Lo spoils system potrebbe interessare pure il Corecom, dove hanno trovato posto, assieme al riconfermato presidente Ciro Di Vuolo, alcuni componenti legati alla politica: Vincenzo Tanania in quota Pd, non eletto alle ultime amministrative a Palermo, Salvatore Librizzi, avvocato vicino all’Udc, Salvatore Li Castri e Monica Piccione. Tutte queste nomine potranno essere revocate dal nuovo governo entro tre mesi.



Capitolo a parte quello della sanità. La legge salva le nomine dei manager delle Asp di Catania (Gaetano Sirna), Agrigento (Salvatore Messina) e Messina (Manlio Magistri) e del Civico di Palermo (Carmelo Pullara): questi dirigenti resteranno in carica tre anni.

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