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Lombardo: "Non licenzio nessuno"

Il presidente della Regione: "C'è un problema di liquidità ma chiederò a Monti i 900 milioni che ci aspettano". Intanto la Giunta annuncia che farà causa a "Libero" e al "Giornale" per un miliardo di euro per le notizie sul rischio crac

PALERMO. Conferma che si dimetterà il 31 luglio e apre la campagna elettorale. Raffaele Lombardo va all’attacco, davanti ai deputati dell’Ars appositamente convocati, per difendere i conti della Regione. E «avvisa» Monti: «Non scarico i precari». Il presidente anticipa al Parlamento ciò che dirà a Monti martedì e spera di dire in seguito anche a Napolitano: «Non c’è un rischio default. E del debito da circa 6 miliardi almeno la metà è stato fatto dal precedente governo per coprire il buco della sanità. Solo un miliardo e mezzo si dive alla mia giunta». Il presidente non nasconde che c’è un problema sui «residui attivi», i 15 miliardi iscritti in bilancio in entrata su cui la Corte dei Conti e il Commissario dello Stato sollevano dubbi: «È il primo problema che stiamo affrontando col governo nazionale - commenta Lombardo - ma per la maggior parte si tratta di soldi che ci devono Stato e Ue». Sarà il governo nazionale a decidere se almeno 5 di questi 15 miliardi debbano essere cancellati creando un buco. Il tema scalda i partiti e l’Mpa ha organizzato per martedi pomeriggio un presdio di protesta sotto la sede del Commissario dello Stato. Il motto è: «Gù le mani dalla Sicilia».


Nel frattempo mercoledì sul rischio crac la commissione Bilancio della Camera sentirà la presidente della Corte dei Conti, Rita Arrigoni. Lombardo ricorda poi di aver diminuito la spesa corrente e di aver bloccato le assunzioni: «Abbiamo fermato gli sprechi. I dipendenti sono scesi a 17.900 e i dirigenti a 1.800 grazie ai pensionamenti». Ammettendo però che c’è un serio problema di liquidità: «Non ci impedirà di pagare stipendi e rate dei mutui ma sarà un problema per i nostri creditori». Ecco perchè a Monti chiederà di «versare i circa 900 milioni che lo Stato ci deve». ù


Da qui in poi Lombardo alza la voce: «Troppi precari nelle partecipate, nei Comuni o fra i forestali? Non licenzierò gente che lavora da 15 anni e che se facesse ricorso vincerebbe». In questo senso Lombardo ha dubbi su un disegno di legge dell’assessore Gaetano Armao che, in ottica spending review, riduce le piante organiche grazie a pensionamenti o mobilità verso i Comuni di duemila dipendenti. Armao però spinge la norma, malgrado a 10 giorni dalla fine della legislatura le probabilità che venga approvata sono remote. L’assessore spera di farne un maxi emendamento da approvare fra martedì e venerdì. Sarebbe un segnale per Monti: «Per me è fondamentale per proseguire le trattative a Roma. Se la giunta non lo approvasse, ne trarrei le conseguenze» precisa Armao. Ma ormai Lombardo è in campagna elettorale e attacca.


La Cisl «deve smetterla di avere due parti in commedia». Frase che suscita la difesa del sindacato da parte di Giuseppe Lupo. «Gli industriali - aggiunge il presidente - hanno intrattenuto rapporti non trasparenti con i precedenti governi e hanno portato gruppi che non hanno creato sviluppo ma inquinamento». E, ribadendo che «a Roma c’è una manovra per impedire il voto anticipato in Sicilia», apre la campagna elettorale: «Vi consegno questi temi, sono argomento di una competizione democratica che nessuno può sottrarci». In serata, la giunta ha deliberato di chiedere un risarcimento di un miliardo di euro alle testate giornalistiche «Libero» e «Il Giornale» per i danni «provocati dalla campagna di stampa volta ad accreditare, presso l’opinione pubblica e i mercati finanziari, un presunto rischio di fallimento per la Regione».

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