ROMA. I temi in agenda dell'incontro tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il presidente del Consiglio, Mario Monti, sono - a quanto si apprende - la vicenda siciliana e le modifiche da apportare ai decreti all'esame del Parlamento.
SICILIA RISCHIA DEFAULT? LE REAZIONi - «La Sicilia sull'orlo del crac? Io penso di si. Temo che presto non si riescano a pagare gli stipendi dei dipendenti», dice l'assessore alle Infrastrutture Andrea Vecchio, ex presidente dei costruttori catanesi, nominato in uno degli ultimi rimpasti di governo. Un giudizio non condiviso dal vicepresidente della Regione e assessore alla Salute, Massimo Russo che definisce la la richiesta di Palazzo Chigi «anomala» e tenta di smorzare le polemiche sul bilancio: «La Sicilia non è in default, voglio tranquillizzare coloro che rappresentano questa terra come isola canaglia governata da pirati».
La lettera di Monti ottiene il plauso di esponenti del Pdl, Udc e Grande Sud, in opposizione a Palazzo dei Normanni, e dalla Cgil, mentre viene criticata dal senatore Giovanni Pistorio, fedelissimo di Lombardo e presidente del Gruppo Misto a palazzo Madama e coordinatore regionale siciliano del Movimento per le autonomie: «Si tratta di un atto abnorme e fuori dalla Costituzione - sbotta - Per questo chiedo al presidente della Regione di dimettersi e convocare immediatamente le elezioni». La missiva dalla Capitale ha anche fatto storcere il naso al presidente dell'Ars, Francesco Cascio che la bolla come «inusuale». Intanto all'orizzonte si profila l'invio di un commissario in Sicilia: facoltà prevista dallo Statuto siciliano in caso di «gravi e reiterate violazioni» della stessa Carta dell'Autonomia.
Incontro Napolitano - Monti sulla questione Sicilia
La situazione critica dell'Isola sarà al centro dell'incontro tra il presidente del Consiglio e il capo dello Stato
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