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Prandelli: io resto qui

Il tecnico: decisiva la condizione fisica. Ma abbiamo disputato un grande torneo

KIEV. Si è sbracciato, ha urlato, ha cercato di incitare tutti, ha dovuto rincorrere gli infortuni per i cambi, si è lasciato andare a una parolaccia sul terzo gol. E poi quando tutto è finito e la Spagna ha alzato la Coppa, è andato a consolare Mario Balotelli crollato a terra in lacrime. Cesare Prandelli esce sconfitto nella notte di Kiev, e con l'ombra di un addio. "Ma è stato un Europeo straordinario, arrivare in finale era impensabile", dice a caldissimo, quando
Casillas ha appena alzato la Coppa che i suoi azzurri hanno sognato.
E annuncia la sua scelta. "E' tutto scritto, il progetto va avanti: non ci dobbiamo fermare. Ho avuto momenti in cui ho fatto certi pensieri - ammette - Ma il rapporto con la federazione è sempre stato ottimo. Certo, nella mia scelta conta anche la sconfitta, l'impossibilità di lasciare così. Parlerò con Abete. Questo è un progetto affascinante, difficile ma affascinante". E' sicuro, Prandelli, che stanotte "quando vedremo dall'aereo le luci dello stadio di Kiev, sarà doloroso: ma domani avremo un altro stato d'animo. Si può perdere con dignità". E comunque promuovere a pieni voti anche la squadra che ha preso quattro gol in finale. "Questa nazionale merita un otto pieno, abbiamo fatto grandissime
partite, trovando grandi squadre. Questi ragazzi - ricorda - hanno dimostrato di avere grande spirito di squadra, di voler fare calcio senza dare calci. Abbiamo affrontato momenti non facili, rimanendo uniti. E abbiamo dimostrato che si può perdere con dignità".
Per questo, racconta, è andato a consolare Mario Balotelli scoppiato in lacrime sul terreno dell'Olimpiyskiy. "Gli ho detto che deve accettare le sconfitte, che queste sono esperienze da cui trarre forza per le prossime volte - rivela -
Bisogna saperle accettare, è lo sport: tanti giocatori hanno perso, hanno sofferto, e ora tutto è passato". Quanto al suo stato d'animo, "dopo una sconfitta, è scontato: non si accetta mai con serenità. Vuoi vincere, però più passano i minuti, più ti rendi conto che abbiamo fatto cosa straordinaria: abbiamo disputato un grande, grande, grande torneo". Nega, Prandelli, che la sua Italia possa aver sottovalutato la Spagna dopo la bella sfida del primo turno e i successi nella seconda fase. "'Era impossibile pensare di essere piu' forti di quel che eravamo: la verità è che non avevamo energia. Quando provavamo ad attaccarli, non riuscivamo a ripiegare. Non l'abbiamo sottovalutati, eravamo solo stanchi".
La condizione fisica è il filo conduttore dell'analisi tecnica, fermo restando la superiorità dei Campioni del Mondo. "La Spagna era più fresca, e si vedeva", dice Prandelli per spiegare la disfatta. "Contro avversari di questa levatura,
devi essere al massimo - prosegue il ct - Noi abbiamo avuto pochissimo tempo per recuperare. E' l'unico rammarico, eravamo tornati venerdì mattina da Varsavia: loro sono un grandissima squadra. Potevamo riaprire la partita a inizio secondo tempo, con Di Natale, ma non ci siamo riusciti. E quando Thiago Motta si è rotto, non c'é stata più partita". Nega, alle domande della stampa straniera, che i complimenti preventivi di Napolitano possano aver appagato o distratto la nazionale: "Ci mancherebbe, non è stato così: leggere la sua lettera è stato un'emozione forte. Ripeto, la differenza da principio l'ha fatta la condizione fisica".
Lo stesso motivo per il quale la prima partita contro gli spagnoli è stata un'altra storia: "Quella volta a Danzica avevamo la condizione fisica, ed era quella che serviva. Allarga il discorso, Prandelli: "Come nazionale dobbiamo crescere, per arrivare preparati ad appuntamenti come questi". E, assicura dopo la sconfitta, ancora con lui in panchina.

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