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Sagramola: Zamparini grande risorsa

Il suo ultimo giorno a Palermo, da domani sarà il direttore generale della Sampdoria

PALERMO. L’ultimo giorno in viale del Fante. Oggi Rinaldo Sagramola, romano, cinquantotto anno compiuti da poco, chiuderà la sua esperienza al Palermo. Da domani sarà il direttore generale della Sampdoria. Una decisione presa a marzo, quando il club blucerchiato era in B. Sagramola chiude un’avventura di otto anni, arrivò in rosa subito dopo la promozione in A con la qualifica di amministratore delegato. Otto anni con Zamparini possono considerarsi un record assoluto. «È vero, racconta Sagramola, ma giuro che col presidente non ho mai litigato. Ci siamo spesso confrontati ma mai una lite, anche perchè ho imparato presto a conoscerlo». Spieghiamo meglio il concetto... «Con Zamparini devi capire quando devi stare fermo e quando puoi fare tre passi avanti. Quando dirgli le cose e il modo con cui dirgliele, in genere mai per telefono, è preferibile di presenza». C’è rimasto male il presidente quando gli ha comunicato la sua decisione? «Un po si, penso. Se non altro gli ho tolto il piacere di licenziarmi». Ci provò tre anni fa... «Vero, quando prese Greiner, ma durò poco». Rinaldo Sagramola sembra Claudio Bisio nel film Bnvenuti al sud. Non è stato un distacco facile, seppure voluto fortemente. Perchè? «Non lo so, ma ho rimandato giorno dopo giorno la partenza. Palermo mi manca già. La sua gente, la sua luce, i suoi eccessi. Non pensavo che questa città avrebbe inciso tanto sulla mia vita. Qui lascio tanti amici. Qui mi sono sposato, con una ragazza di Padova. Avrei potuto farlo altrove. Ho perfino comprato casa (all’Addaura ndr)». E allora perchè andare via? «Dopo otto anni avvertivo la necessità di una nuova esperienza professionale, di una nuva avventura. Io in genere sono stanziale. Venti anni alla Lodigiani, sei al Vicenza, otto al Palermo. A marzo s’è presentata l’offerta di un club che mi ha sempre affascinato e non l’ho lasciata scappare». Provi a fare un bilancio, cosa lascia? «Lascio una società in salute, che si sta rinnovando attorno alla figura di Zamparini che resta il vero grande motore di tutto. Lascio anche un progetto per lo stadio e un’opzione per l’acquisto di un terreno di 260 ettari nel Comune di Carini dove il presidente vuole realizzare un centro sportivo. Il club è solido ma bisognerà abituarsi a nuovi contesti tecnici perchè dal 2010 le cose sono cambiate per quanto riguarda le risorse finanziarie». Cioe? «La nuova ripartizione dei proventi televisivi ha ridotto le distanze tra le medie e le piccole società. Se prima il Palermo prendeva 15 milioni più del Parma oggi la differenza è minima. In termini tecnici vuol dire che c’è più livellamento e non è facile a Palermo dire ai tifosi: partiamo per non retrocedere». Però è necessario provare a recuperare gli spettatori perduti. Come si fa?
«Abbassando i prezzi dei biglietti e proponendo una squadra che diverta. Non è detto che debba vincere sempre, ma deve essere divertente». In otto anni momenti belli e momenti meno belli? «I momenti più belli la finale di Coppa Italia, la vittoria a Londra contro il West Ham e la qualificazione la prima volta in Europa. I più brutti le sconfitte nei derby e la sera che morì Raciti a Catania. Il club è stato sfiorato anche da inchieste giudiziarie, ma sono stati solo dei fastidi. C’è un’altra cosa che mi ha fatto male. Vedere tifosi di Milan e Juve al Barbera insultare il Palermo. Noi in otto anni abbiamo dato 200 milioni di euro alla Regione per tasse e tributi. Soldi con cui la Regione paga gli stipendi. Il Palermo e Zamparini devono essere considerati una risorsa per la regione. Ognuno può tifare per la propria squadra ma gli insulti no». Operazioni giuste e quelle sbagliate? «Le plusvalenze più importanti quelle di Pastore e Amauri. Anche se sono molto legato all’acquisto di Balzaretti. Eravamo a cena e cercavamo un esterno, Foschi escludeva che Balzaretti avrebbe accettato Palermo, ma io lo avevo in contrato pochi mesi prima a Lampedusa e non mi sembrava prevenuto negativamente. Così chiamai subito il suo agente e l’affare si fece. Gli affari più negativi quelli di Raggi e Rubinho». Qualcuno teme che Zamparini possa essere distratto dalla politica e trascurare il calcio... «Impossibile. Lo ama troppo. Chiedete a Perinetti qualche volte al giorno lo chiama...».

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