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Mafia, 49 fermi nella notte Decapitata la cosca di Agrigento

Gran parte delle persone coinvolte, sei delle quali si trovavano già in carcere, sono di Porto Empedocle, Agrigento, Sambuca di Sicilia e Siculiana. Il gruppo si era costituito sulle ceneri delle strutture che sono collassate con gli arresti dei boss latitanti Gerlandino Messina e Giuseppe Falsone

AGRIGENTO. Quarantanove fermi di polizia giudiziaria sono stati eseguiti, nella notte, dai poliziotti della Squadra mobile di Agrigento e da quelli della sezione anticrimine di Palermo. I fermi sono stati voluti dai Pm della Dda Vittorio Teresi, Emanuele Ravaglioli e Rita Fulantelli.
Gran parte delle persone sottoposte a fermo - sei dei quali sono stati eseguiti direttamente in carcere - è di Porto Empedocle, Agrigento, Sambuca di Sicilia e Siculiana. Con questa operazione sarebbe stata decapitata la consorteria mafiosa agrigentina, costituitasi sulle ceneri delle strutture che sono collassate con gli arresti dei boss latitanti Gerlandino Messina e Giuseppe Falsone.
Tra i fermati nel blitz, denominato 'Nuova Cupola' vi sono anche volti già noti: LEO SUTER di Sambuca di Sicilia, detto 'u professuri perche' docente di educazione fisica, uscito di recente dal carcere dopo la condanna per mafia seguita all'operazione Cupola dell'agosto del 2000; FABRIZIO MESSINA, il fratello minore dell'ormai ex boss Gerlandino, assolto di recente nell'ambito di un'inchiesta di omicidio; l'imprenditore FRANCESCO RIBISI di Palma di Montechiaro, i fratelli Romeo di Porto Empedocle, attualmente in carcere e ritenuti fedelissimi del clan di Gerlandino Messina.
Coinvolti anche ROSARIO BELLAVIA, agente della polizia municipale; ALFONSO TUTTOLOMONDO, imprenditore di Porto Empedocle, e altri due imprenditori legati al mondo del cemento e calcestruzzo di Porto Empedocle. Parte attiva nell'inchiesta che ha portato all'operazione hanno avuto anche il commissariato 'Frontiera' della polizia di Stato di Porto Empedocle e lo Sco.


SGOMINATO NUOVO MANDAMENTO. Volevano costituire l'ottavo mandamento dell'Agrigentino, ma non hanno fatto in tempo perché la polizia e i magistrati della Dda li hanno fermati. A capo di questo nascente mandamento avrebbe dovuto esserci Leo Sutera di Sambuca di Sicilia, mentre suo braccio destro avrebbe dovuto essere Ribisi di Palma di Montechiaro.
"I provvedimenti riguardano 49 persone libere e altre 5 già in carcere. Dei 49 - ha spiegato il questore di Agrigento Giuseppe Bisogno - 47 sono stati presi, due, invece, mancano all'appello: non sono state trovate nelle loro abitazioni. E' un risultato importante. L'indagine è partita negli ultimi mesi del 2010, grazie al lavoro certosino della Squadra mobile e del commissariato 'Frontiera' di Porto Empedocle. Ed è partita per monitorare cosa accadeva dopo l'arresto dei due grandi capi: Gerlandino Messina e Giuseppe Falsone. Il monitoraggio ha permesso di accertare dei movimenti particolari e le evoluzioni in danneggiamenti ed estorsioni, nonché rapine".

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