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Reato elettorale, la procura: "Per Lombardo aggravante mafiosa"

Lo hanno chiesto i pm al tribunale monocratico nel processo in cui sono imputati il presidente della Regione e suo fratello Angelo

PALERMO. La Procura della Repubblica di Catania ha chiesto al Tribunale monocratico di contestare al governatore siciliano Raffaele Lombardo e a suo fratello Angelo, l'aggravante di aver favorito l'associazione mafiosa nel processo in cui i due sono imputati per reato elettorale.


Secondo la Procura le recenti dichiarazioni del pentito Maurizio Di Gati, avrebbero fatto emergere che i candidati appoggiati dal clan potevano usufruire di una richiesta di voto che «non era selettiva ma conosciuta in tutto il rione». Secondo il Pm le condizioni di omertà in cui vivevano le persone del quartiere erano tali che nessun rivale politico denunciava che un altro candidato avesse l'appoggio dell'associazione mafiosa.


«Il grande rammarico è che io non ho ancora un processo nè un rinvio a giudizio, e che bisogna ricominciare d'accapo». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, commentando la richiesta della Procura di Catania. Il governatore ha sottolineato che «se le annunciata decisione di dimettersi» alla fine di luglio «non fosse motivata da una scelta politica, potrei rimetterla in discussione». «Ma - precisa - non cambia alcunchè, io mi dimetterò per fare fare votare il 27 e 28 ottobre».


VERSO IL PROCESSO UNICO - Per evitare un possibile «ne bis in idem» si potrebbe andare verso l'unificazione dei due procedimenti nati da stralci dell'inchiesta Iblis in cui erano indagati il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa. Il Tribunale monocratico di Catania ha aggiornato al prossimo 19 luglio l'udienza del processo per reato elettorale, dopo che nell'udienza di oggi la Procura ha contestato l'aggravante dell'avere favorito l'associazione mafiosa. «Ho pochi spazi», ha detto il presidente Michele Fichera, facendo prefigurare  l'ipotesi di un trasferimento degli atti a un altro ufficio giudiziario. Il 28 giugno, intanto, si terrà l'udienza preliminare per l'imputazione coatta in cui Raffaele e Angelo Lombardo sono accusati di concorso esterno all'associazione mafiosa e voto di scambio. 


È stato lo stesso avvocato di Raffaele Lombardo, il professore Guido Ziccone, a dire in aula che, vista la giurisprudenza che «non condivide perchè viola il diritto del processo», adesso «occorre una collaborazione tra difesa e accusa per avere un solo processo su stessi fatti». «Un processo in cui - ha aggiunto - il presidente dimostrerà la sua assoluta innocenza e estraneità alle accuse».

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