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Grecia, vincono i pro Euro Sì a un governo di unità nazionale

Già iniziate le grandi manovre. Conservatori primo partito e puntano a una coalizione di larghe intese anti-crisi. Usa e Ue chiedono di fare presto

ATENE. La catastrofe per Atene e l'Europa sembra allontanarsi. Ma dopo la vittoria dei conservatori di Nea Dimokratia, la formazione di un governo di unità nazionale e pro-Euro per la Grecia - che pure sulla carta avrebbe i numeri per nascere subito - non sembra esattamente questione di ore. L'accelerazione è stata auspicata già ieri sera da Ue e Usa, soddisfatti dell'esito delle urne, mentre l'Euro volava ai suoi massimi da tre anni. Ma passata la grande paura di una vittoria della sinistra 'anti-sistema' di Syriza, con il conteggio dei voti ancora in corso, sono già iniziate le grandi manovre.     
Il Pasok, terzo partito ellenico, uscito a brandelli dalle urne ma decisivo per formare un governo di unità, ha annunciato di voler partecipare all'esecutivo di ampia coalizione, che però dovrebbe a suo avviso includere anche Syriza, la grande sconfitta della serata: una prospettiva alla quale il partito di Alexis Tsipras ha già chiuso la porta. La serata del voto più importante della recente storia ellenica era iniziata con un drammatico testa a testa tra destra e sinistra, ma presto si è delineata una maggioranza relativa dei voti per i conservatori pro-Euro di Nea Dimokratia. La formazione di Antonis Samaras, che ha già ricevuto una telefonata di complimenti da Angela Merkel e ha parlato di vittoria non solo per i greci ma "per tutta Europa", dovrebbe ottenere - secondo quanto risulta dopo oltre il 75% dei voti scrutinati - 130 seggi. Uniti ai 33 dei socialisti del Pasok, consentirebbero la formazione di un governo di coalizione delle forze che vogliono mantenere il Memorandum, pur ammorbidendolo. Ma questo sodalizio, che rimane altamente probabile, non appare del tutto scontato.    
In serata infatti è arrivata la presa di posizione del leader dei socialisti Evangelos Venezelos, che ha detto sì ad un governo di "corresponsabilità", ma chiedendo anche la partecipazione della sinistra radicale di Tsipras, che ha già annunciato di non volerne sapere. Il Pasok rischia di guastare la festa? Alcuni analisti interpretano la mossa solo come un tatticismo, magari per ottenere maggior considerazione e ministeri di peso al tavolo del negoziato con Samaras. E Venizelos è esposto in queste ore a grandissime pressioni, anche dall'estero, come dimostra la telefonata ricevuta in serata dal socialista Hollande. Ma la partita rimane comunque da giocare.      
Nonostante il suo nuovo exploit elettorale, Tsipras (festeggiato dai suoi supporter al centro di Atene, dove ha parlato di "grande successo, comunque"), che voleva cancellare il Memorandum e mettere fine all'austerità, non ce l'ha fatta a intercettare a sufficienza il malessere dei greci. Mentre si segnala il nuovo, inquietante successo dei neonazisti di Alba Dorata, che otterrebbero una percentuale del voto tra il 6 e il 7%, simile a quella del 6 maggio.    
Secondo i risultati parziali Nea Dimokratia ottiene il 30,6% dei consensi (130 seggi), Syriza il 26,56% (71), il Pasok il 12,50 (33), Greci indipendenti il 7,46% (20), Chrysi Avgi (Alba dorata, estrema destra) il 6,94% (18), Sinistra democratica il 6,08% (16), Kke (comunisti) il 4,49% (12).    In una giornata di grande caldo, e senza particolari problemi (a parte le due granate rinvenute inesplose presso la sede del gruppo editoriale della tv Skai e del quotidiano Kathimerini a Faliro, sulla costa ateniese), quasi 10 milioni di greci sono andati alle urne con gli occhi del mondo puntati addosso, mentre le banche centrali internazionali preparavano piani d'emergenza per il possibile terremoto che da Atene si sarebbe propagato in tutta Europa e forse oltre. E i greci hanno scelto territori già conosciuti, con tutti i loro limiti, invece che avventurarsi in lande sconosciute.    Secondo gli analisti, sarà probabilmente necessario portare al governo almeno anche la Sinistra democratica, conferendo a questa teorica maggioranza Nd-Pasok - che rischia un alto tasso di litigiosità - almeno una solidità parlamentare tale da consentire le politiche di riforma drastica di cui il Paese ha bisogno. Samaras, parlando all'affollato centro stampa delle elezioni, è stato esplicito: "I greci hanno votato per restare nell'Euro e per politiche che porteranno crescita, lavoro e sicurezza. Chiedo a tutti i partiti che hanno lo stesso obiettivo, tenere la Grecia in Europa, di unirsi per formare un governo solido", per superare la crisi, è stato il suo appello, a tratti anche in inglese. "Rispetteremo le nostre firme e gli impegni presi dalla Grecia - ha aggiunto - e lavoreremo per far uscire il Paese dalla crisi. Non si mette in alcun dubbio l'appartenenza della Grecia all'Europa".     La vita politica greca si avvia a un'ennesima, complessa fase. Ma stasera, Atene e l'Europa possono tirare finalmente un sospiro di sollievo.

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