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Palermo, arte non convenzionale al Teatro Garibaldi

Esordio di “Ad Libitum”, da un’idea di Luca Lo Bianco e Gabrio Bevilacqua. Sul palco cinquanta musicisti insieme ad attori e danzatori

PALERMO. Ieri sera buon esordio per la "conduction" al Teatro Garibaldi , ovvero una struttura libera di improvvisazione dove chi dirige e conduce un ensemble improvvisa con una serie di gesti che danno corpo ad un nuovo modo di fare teatro. Protagonisti la musica certo, ma anche la danza e l’azione scenica. Dopo METAMORFOSI (la prima produzione ufficiale del Teatro Garibaldi Aperto) "AD LIBITUM" nasce da un’idea di Luca Lo Bianco e Gabrio Bevilacqua e sperimenta metodi alternativi di aggregazione attraverso pratiche artistiche non convenzionali.
La performance si sviluppa in cinque atti ognuno dei quali è legato al Teatro Garibaldi Aperto, alla gente che lo anima, all’attività fin qui svolta, alla prospettiva che rappresenta non in quanto luogo fisico ma come esperienza alternativa. L’ultimo atto è stato scandito dall’esecuzione di un brano degli Omosumo. Potremmo dire che lo spettacolo ha rappresentato una summa di ciò che il Teatro ha fin qui raggiunto, confrontandosi con la città i suoi abitanti, i contesti. Fedele alla originaria e radicata volontà di rappresentare un luogo di cultura a tuttotondo dove la commistione è la regola.
Dunque il palco del Teatro Garibaldi Aperto ha ospitato la presenza di 50 musicisti, ma anche e insieme, di attori e di danzatori, sottolineando così la multidisciplianarietà dell'azione, ma sopratutto rafforzando la trasversalità delle arti come unico strumento di aggregazione e confronto, linguaggio comune, libero da condizionamenti.

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