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Pdl, big verso la scissione

Innocenzo Leontini, capogruppo all’Ars, ha fatto un passo nella costruzione di un listone con tre compagni di partito: Nino Beninati, Edoardo Leanza e Fabio Mancuso. Con loro i quattro del Pid Rudy Maira, Marianna Caronia, Toto Cordaro e Totò Cascio

PALERMO. «È stato uno dei giorni peggiori della mia vita. Essere costretto a lasciare l’Mpa è stata una sconfitta. Voglio bene a Lombardo ma lui ha commesso gli stessi errori che individuava nei partiti nazionali». Lino Leanza racconta di aver comunicato martedì per lettera a Lombardo la sua decisione di lasciare l’Mpa. E il presidente non ha tentato di trattenerlo.
«Dopo la vittoria del 2008 - ricorda Leanza - Lombardo ha smesso di combattere cambiando l’impronta originaria dell’Mpa. Non si è più fidato della sua classe dirigente, che era la forza del Movimento. Chi provava a mettere sul tappeto temi politici veniva emarginato. Per questo ci siamo persi. L’Mpa non affronta più nè risolve i problemi della gente. Peccato, perchè era nato per questo. Ecco, un errore di cui Lombardo non si è accorto è stato quello di permettere a molti di salire sul carro del vincitore facendo imborghesire il  partito ».
Lasciato l’Mpa, Leanza è in contatto con Gianpiero D’Alia dell’Udc. Ieri i centristi si sono riuniti a Palermo e sembrava che potesse esserci anche un annuncio dell’ingresso nel  partito  sia di Leanza che di Francesco Musotto, altro ex Mpa. «Sarebbero i benvenuti» ha detto D’Alia. Ma prima nell’Udc c’è da mettere a punto qualche equilibrio interno: alcuni deputati non vorrebbero concorrenza in vista delle elezioni. Leanza si mette in posizione di attesa: «Il passo più difficile era uscire dall’Mpa. Ora metto a disposizione il mio patrimonio politico e la mia esperienza. Prima di tutto viene il progetto». Che coincide nelle parole di Leanza con il programma dell’Udc: «Bisogna partire da lotta alla mafia, risanamento dell’economia e mercato del lavoro. E non si può più rinviare la pacificazione della politica. Nell’Mpa c’è stata ostilità verso l’esterno e poco dialogo all’interno. Ogni scelta veniva presa solo da Lombardo. Anche la nascita del Nuovo polo è avvenuta senza confronto. Ma io ora sono libero da tutto ciò».
Lombardo riunirà oggi i suoi uomini e per programmare il congresso di luglio e rifondare l’Mpa: il segretario sarà Nicola D’Agostino. Il presidente guarda con interesse alla scissione che sta maturando nel Pdl. Ieri Innocenzo Leontini ha fatto un altro passo nella costruzione di un listone con tre compagni di  partito  - Nino Beninati, Edoardo Leanza e Fabio Mancuso - e i quattro del Pid Rudy Maira, Marianna Caronia, Toto Cordaro e Totò Cascio. Una lista civica rilanciata proprio nel giorno in cui sui giornali Schifani invoca una rifondazione del Pdl e lo stop alle liste civiche. Per Leontini «è stato Berlusconi ad avanzare questa ipotesi. Vogliamo riaggregare l’area moderata e dialogare anche con gli esponenti dell’Mpa che dismetteranno la maglia del loro  partito ».
Ma la mossa viene bocciata dal  partito  e Leontini può perdere il ruolo di capogruppo del Pdl: «Mi auguro che tragga da solo le conclusioni - commenta Francesco Scoma -, questa iniziativa è il tentativo di sopravvivere da parte di chi avrebbe difficoltà a essere rieletto». Il listone individuerà un candidato alla presidenza: Leontini o un esponente scelto insieme al Nuovo polo di Lombardo (l’assessore Caterina Chinnici). L’obiettivo è creare un nucleo elettorale e alla presentazione dell’iniziativa c’erano tre deputati del Grande Sud di Miccichè (Cimino, Bufardeci e Mineo) e l’autonomista Roberto Di Mauro. Presente il sindaco ex An Raffaele Stancanelli. E per l’assessore provinciale di Palermo Gigi Tomasino «la gente si è stancata di partiti autoreferenziali o che rispondono solo al leader». Ma pure il Pd è in fibrillazione. Dopo Mirello Crisafulli, anche Rosario Crocetta ha annunciato la sua candidatura. Il  partito  deve ancora decidere se fare le primarie, che scoraggerebbero però l’intesa con l’Udc. E il segretario Lupo glissa: «È presto per parlarne».

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