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Niente accordi, Pd alla conta: in bilico la sfiducia a Lupo

Una vigilia di contatti telefonici e di incontri. Da Palermo a Enna. L'obiettivo era quello di evitare la resa dei conti. Ma nessuna delle correnti è riuscita a centrarlo. Sfumato l'accordo tra le varie aree, si dissolve anche l'ipotesi di un coordinamento composto da quattro reggenti, espressione diretta di altrettante correnti

PALERMO. Una vigilia di contatti telefonici e di incontri. Da Palermo a Enna. L'obiettivo era quello di evitare la resa dei conti. Ma nessuna delle correnti del Pd siciliano è riuscita a centrarlo. Sfumato l'accordo tra le varie aree, si dissolve anche l'ipotesi di un coordinamento composto da quattro reggenti, espressione diretta di altrettante correnti. Dunque, nel corso dell’assemblea regionale del partito, che si svolgerà oggi al San Paolo Palace di Palermo, si voterà la mozione di sfiducia al segretario regionale, Giuseppe Lupo, per aver ostacolato l'alleanza con i partiti moderati, così come avevano arichiesto altre aree del partito.
Per vararla serviranno almeno 186 voti sui 370 totali. E inizialmente per la sfiducia erano state raccolte 188 firme. Ma adesso qualcuno potrebbe dare forfait. «In queste settimane - ha spiegato Lupo - alcuni firmatari, alla luce dei risultati elettorali, mi hanno riferito che ritengono superata la mozione. Non credo, dunque, che i promotori abbiano la maggioranza».


Un passo indietro, ad esempio, potrebbe farlo l'europarlamentare, Rosario Crocetta, che non parteciperà all'assemblea. «Mi aspettavo che questo partito sviluppasse un ragionamento unitario - ha detto -. Nonostante l'impulso che abbiamo cercato di dare al governo Lombardo, la svolta non c'è stata. Bisogna partire da un dialogo con Italia dei Valori e Sel». Insomma, le sorti del Pd siciliano saranno decise con uno scarto di pochi voti. Se dovesse passare la sfiducia, prenderebbe quota l'ipotesi del commissariamento del partito che durerebbe circa un anno. La guida, in questo caso, potrebbe essere affidata a un dirigente di Roma.


I nomi più quotati sono quelli del responsabile degli Enti locali del Pd, Davide Zoggia, e del coordinatore organizzativo del partito, Maurizio Migliavacca.  A votare certamente a favore della mozione sarà la corrente dei promotori, cioè l'area che fa capo al capogruppo all'Ars, Antonello Cracolici, e al senatore Giuseppe Lumia. Lo stesso dovrebbero fare gli esponenti di Innovazioni, guidati da Francantonio Genovese e Nino Papania.


Non parteciperanno al voto i fedelissimi di Lupo e un gruppo di deputati vicini al senatore Vladimiro Crisafulli e Bernardo Mattarella. Questi ultimi, comunque, chiedono un intervento da Roma. L'ago della bilancia potrebbe essere Davide Faraone, che non ha firmato la mozione di sfiducia ma si è detto comunque pronto a votarla. In realtà, il deputato regionale chiede anche le dimissioni di Cracolici da capogruppo all'Ars per via del sostegno concesso al presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Potrebbe dunque cercare un compromesso. L'assemblea si svolgerà a porte chiuse. L'esito sarà comunicato con un documento. Una decisione che ha creato polemiche anche all'interno del Pd e che ha visto contrari Cracolici e Lupo. Il presidente dell'assemblea, Enzo Napoli, però, non ha cambiato idea.

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