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Agrigento, la scelta di Silvia: dalla laurea al convento

La ragazza, 32 anni, con un titolo in scienze ambientali, è entrata in clausura. Adesso è suor Maria Daniela del Divino amore

AGRIGENTO. Fino a qualche mese fa era Silvia. Con i due occhioni verdi come il mare di San Leone quando soffia un po' di vento. Oggi è suor Maria Daniela del Divino amore. Silvia Montante, 32 anni, di Agrigento, una laurea in Scienze ambientali presa 7 anni fa ,  è entrata in clausura. Sabato, nel monastero Benedettino «Santa Maria delle Rose» in Sant'Angelo in Pontano, provincia di Macerata, s'è tenuta la sua «vestizione». Potrebbe essere una storia come tante, se non cozzasse con una realtà in cui le giovani vogliono fare le veline, le cantanti o le ballerine spinte dalla voglia di successo e dall’ambizione. Silvia no: tra l’ apparire e l’essere ha scelto la fede e l’amore in Dio.


Il suo cammino comincia 8 anni fa frequentando una comunità neocatecumenale. Ma la consapevolezza della chiamata di Dio è maturata nell'ultimo anno e mezzo. In convento, come novizia, è entrata un anno fa. «Silvia - ha raccontato ieri il padre Gerlando Montante, medico in pensione dell'ospedale San Giovanni di Dio, mentre assieme alla moglie Ornella e al figlio Michele erano sulla strada di ritorno da Macerata - da tempo aveva capito quale sarebbe diventata la sua strada. Tutti noi facciamo parte del gruppo Neocatecumenale. Otto anni fa quando ha sentito la chiamata del Signore i nostri catechisti l'hanno frenata, le hanno consigliato di completare gli
studi e laurearsi, di farsi fidanzata e di trovare lavoro. C’era da capire davvero se la chiamata veniva direttamente da Dio o era il pensiero solo di un momento».


Ma Silvia aveva già scelto. E presa la laurea ha informato la famiglia che la sua decisione di intraprendere la vita religiosa non era cambiata, anzi era diventata irrevocabile. «Anch'io faccio un cammino Neocatecumenale - dice il padre Gerlando - quel che mi interessa è che lei sia contenta, secondo la volontà del Padre. Durante la cerimonia di vestizione ho visto mia figlia bellissima, radiosa nel suo vestito monacale. Non c'era bisogno di parole. Bastava vedere i suoi occhi. Come genitori li vorremmo sempre vicini, ma i nostri figli sono di Dio». «C'è stata un'intera comunità ad aiutare Silvia - dice don Calogero Terrasi, parroco della chiesa Madonna di Fatima di Agrigento, la parrocchia di Silvia - perché queste scelte non si fanno da soli e soprattutto è stata aiutata dal Signore, che le ha fatto vedere quella che era la strada migliore per la sua
vita». C.R

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