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Regione, valanga di consulenze rimaste nel cassetto

Tante relazioni e pareri che alla luce dei fatti non hanno avuto un seguito o un valore

PALERMO. Giuseppe Ippolito, architetto e consulente dell’assessorato alle Attività produttive, ha studiato fra gennaio e aprile di quest’anno i piani di investimento dei fondi europei e in una relazione di 56 pagine ha concluso che «ci sono criticità elevate e difficilmente risolvibili nel breve periodo»: esattamente quello che contemporaneamente hanno evidenziato la Corte dei Conti e vari altri organi di controllo istituzionali, Ue compresa. Il consulente però è costato alle Regione 6.197 euro. L’ingegnere Giuseppe Napoli ha trascorso due mesi, fra fine giugno e agosto del 2010, scrivendo un piano triennale per le nuove discariche e varie altre soluzioni confluite in un Piano regionale dei rifiuti che non è mai stato approvato. Così come Ivan Niosi, sempre nel 2010, ha elaborato una bozza del regolamento che attua il Piano energetico che non è mai stato varato: «A giorni verrà esaminato in giunta - ammette il dirigente Gianluca Galati - anche se quella bozza ha subìto modifiche perchè è cambiata la filosofia». Eppure ai due esperti è arrivato un assegno dall’assessorato all’Energia di 12.394 euro. Progetti, studi, piani di ogni genere che disegnavano una Regione avveniristica e che hanno riempito le carpette degli assessorati sommandosi a relazioni-fiume, pareri e interpretazioni di norme: eccoli i risultati (a sentire i diretti interessati) di quattro anni di consulenze alla Regione costati, sotto la gestione Lombardo, oltre 9 milioni. Doveva finire tutto su internet. La filosofia di fondo di una delibera di giunta del gennaio 2010 era che l’attività dei consulenti venisse controllata dall’interno, attraverso la verifica delle presenze, e dall’esterno. E invece, solo due assessorati hanno pubblicato i risultati dei loro consulenti: Funzione pubblica (guidato dal magistrato Caterina Chinnici) ed Energia (affidato al prefetto Giosuè Marino).


Tutti gli altri hanno lasciato nei cassetti le relazioni ottenute alla scadenza di oltre 700 contratti: non ci sarà sanzione, la norma non la prevede. Fra le relazioni dei consulenti che gli assessorati hanno fornito informalmente, spiccano i progetti per migliorare la Regione. Roberto Bruno, fra novembre 2011 e il marzo scorso, ha realizzato per l’assessore all’Istruzione, Mario Centorrino, «una dettagliata relazione sul tema dell’emigrazione siciliana» fornendo a corredo «una esaustiva bibliografia di riferimento». Bruno ha fornito anche vari pareri: «In particolare - si legge nella sua relazione finale - si è individuata nel sostegno alla mobilità dei giovani studiosi lo strumento utile a rafforzare l’occupabilità di rientro dei giovani studiosi».


A Bruno sono andati oltre 8 mila euro. Carmine Bianchi, ordinario di Economia aziendale arruolato dalla Chinnici per 12 mila euro fra giugno e dicembre 2010, ha collaborato alla Direttiva per l’attività amministrativa del 2010 portando avanti «una profonda e proficua collaborazione e comunicazione con i dirigenti generali» unita a «una intensa attività di sensibilizzazione culturale sulla programmazione e il controllo strategico». E anche l’avvocato Fulvio Sinagra, sempre sotto contratto alla Funzione pubblica, ha realizzato «pareri su aspetti controversi in ordine alla corretta applicazione delle leggi e relazioni indirizzate all’Avvocatura dello Stato». Il consulente per i pareri va per la maggiore. Il record in questo caso è dell’avvocato Riccardo Ursi che fra il 2009 e il 2011 ha sommato circa 90 mila euro vincendo - tutti - i bandi del dipartimento Ambiente. Nel corso di questi anni Ursi ha messo per iscritto di aver fornito, tra l’altro, «un parere in ordine alla necessità di acquisire il piano di utilizzazione agronomica prima dell’emanazione dell’autorizzazione all’utilizzazione dei fanghi in agricoltura». C’è anche una «consulenza scritta in ordine alla possibilità di procedere all’approvazione del bilancio dell’Arpa». A un certo punto anche la Procura della Corte dei Conti ha voluto vederci chiaro e ha avviato un’indagine sugli incarichi a Ursi affidati all’inizio dalla dirigente dell’epoca, Rossana Interlandi (Mpa).


«A quel punto - illustra l’assessore Sebastiano Di Betta - non abbiamo più rinnovato la consulenza». E non è stato portato avanti un bando da 39 mila euro sempre per la stessa consulenza. Certo, si tratta solo di esempi. C’è anche chi, come Giovanni Tumbiolo alla Pesca, ha contribuito a scrivere una legge sugli aiuti al settore poi effettivamente approvata l’anno scorso. E c’è, alla Sanità, Francesca Di Gaudio che ha collaborato a un piano sulla rete dei laboratori d’analisi approvato poi dal governo. Ma poi c’è anche chi, come Giuseppe De Santis, non ha voluto fornire le relazioni finali delle sue 9 consulenze sui fondi strutturali per via «della riservatezza del ruolo istituzionale legato alla programmazione».

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