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Consulente per pianta rara: la Regione sospende la ricerca

Si occupera della Zelkova, a rischio estinzione, una dirigente interna all’assessorato regionale Ambiente, Matilde Fiore, almeno fino a nuovo ordine. C'erano state polemiche per il compenso previsto da 150 mila euro per l'esperto

PALERMO. Non ci sarà un consulente per salvare la Zelkova. Della rarissima pianta che rischia l’estinzione si occuperà, almeno fino a nuovo ordine, una dirigente interna all’assessorato regionale Ambiente: Matilde Fiore. Sarà lei a coordinare la parte scientifica del progetto finanziato dall’Unione europea. Il dirigente generale, Giovanni Arnone, ha firmato la sospensione del concorso per assegnare l’incarico di project manager che prevedeva un compenso da 150 mila euro. I primi annunci di stop al bando erano rimasti lettera morta. Erano arrivate 9 domande ma il provvedimento di Arnone impone alla commissione aggiudicatrice di «sospenderne l’esame». Ora - spiega l’assessore Sebastiano Di Betta - la Regione avvierà un confronto con l’Ue per ottenere una modifica del progetto che permetta di spalmare su altre voci i 150 mila euro evitandone la restituzione a Bruxelles. Non è uno stop definitivo alla consulenza, ciò va detto, ma passa la linea di Di Betta che fin dall’inizio aveva sottolineato di aver appreso della consulenza leggendo il Giornale di Sicilia. E non aveva condiviso, l’assessore, il ricorso all’esterno.



La Zelkova è una pianta antichissima che in Europa continua a crescere solo nel Siracusano e in Turchia. La Regione ha ottenuto dall’Ue il finanziamento di un progetto da 450 mila euro che - in collaborazione con Legambiente, Cnr e Conservatorio botanico francese di Brest - avrebbe avviato azioni di salvaguardia. Il ricorso a un coordinatore esterno era giustificato - secondo Arnone - dal fatto che nessuno degli interni si era fatto avanti malgrado gli appelli della Regione. Tuttavia ciò aveva scatenato la protesta dei sindacati, con la Cgil che aveva perfino avanzato l’ipotesi che il bando del 30 marzo fosse stato scritto per privilegiare qualcuno dei candidati. Ora la retromarcia, anche se l’ultima parola - sottolinea Di Betta - spetterà all’Unione europea: «Ha prevalso il buon senso. Ora speriamo di convincere l’Ue a modificare il progetto che, di base, non è sbagliato».



La sospensione della consulenza potrebbe essere l’ultima mossa da assessore di Di Betta. L’avvocato vicino ai finiani è fra i tecnici della giunta che potrebbero lasciare l’incarico per far spazio ai politici: «Mi confronterò con i vertici nazionali di Fli e poi con Lombardo per capire come si dovrà procedere nei prossimi mesi e decidere se andare avanti». Il caso Zelkova spinge però l’assessore a trarre un bilancio: «La legge 10, che dà ampi poteri ai dirigenti, andrebbe modificata per dare agli assessori un maggiore controllo dell’amministrazione». La gestione del personale e i vuoti d’organico lasciano anche altri problemi aperti: «In questo assessorato - conclude Di Betta - ci sono 18 mila istanze di sdemanizalizzazione in attesa di risposta e 23 mila istanze di nuove concessioni demaniali. Sono pratiche che farebbero incassare milioni all’amministrazione. In Finanziaria siamo riusciti a far passare norme che consentiranno a breve di pubblicare 81 bandi per assegnare la gestione dei servizi di fruizione nei parchi e nelle riserve».

 

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