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Carabinieri intascava mazzette, chiesto rinvio a giudizio a Palermo

PALERMO. La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per il maresciallo dei carabinieri Leo Pizzi accusato di intascare mazzette, mentre l'avvocato Cinzia Pecoraro ha chiesto di patteggiare la pena di un anno e dieci mesi. Anche Pizzi aveva tentato di patteggiare ma non è stato trovate l'accordo con la Procura. Pizzi è accusato di concussione e truffa aggravata dall'essere un pubblico ufficiale, mentre la donna è accusata di concorso in concussione e millantato credito. Il militare, che era stato arrestato mentre intascava una mazzetta da mille euro da un grafico pubblicitario che lo aveva denunciato, era inizialmente accusato solo di concussione, ma altri episodi sono emersi dopo che è finito in manette. Al grafico a cui il militare aveva chiesto del denaro per chiudere una inesistente pratica a seguito di incidente stradale, si sono aggiunte le testimonianze di un falegname, indagato e prosciolto per circonvenzione di incapace, da cui Pizzi ha ricevuto 750 euro, ma soprattutto le dichiarazioni di un imprenditore di Carini e di una anziana. Secondo il pm Maurizio Agnello, che coordina l'indagine, in pochi mesi Pizzi, con la complicità dell'avvocato Pecoraro, si sarebbe appropriato di oltre diecimila euro.

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