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Palermo, stretta di mano tra Orlando e Ferrandelli

Dopo le polemiche e una campagna elettorale all'arsenico, il primo confronto tra i due candidati a sindaco che si sfideranno al ballottaggio è filato via liscio. Toni pacati nelle risposte e dibattito sui rispettivi programmi nella manifestazione organizzata da Addiopizzo

PALERMO. Dopo le polemiche e una campagna elettorale all'arsenico, il primo confronto tra Leoluca Orlando (Idv, Fds e Verdi) e Fabrizio Ferrandelli (Pd, Sel e altre liste), che si sfideranno al ballottaggio del 20 e 21 maggio per la poltrona di sindaco, è filato liscio, e almeno i toni questa volta sono stati pacati. Tra i due c'è stata anche una stretta di mano, propiziata da Ferrandelli e ricambiata da Orlando, suo ex mentore politico, che nei giorni scorsi aveva detto di non volersi confrontare con chi lo insulta.


Orlando e Ferrandelli hanno parlato dei rispettivi programmi a una iniziativa organizzata a Palermo da Addiopizzo. Alla fine Ferrandelli (17,34%), vincitore delle primarie non riconosciuto da Orlando che proprio per questo motivo si è candidato ottenendo al primo turno il 47,42%, si è avvicinato al suo avversario stringendogli la mano come aveva fatto all'inizio del dibattito. «Chi si candida a sindaco di Palermo deve pensare a Palermo e al futuro - ha detto Orlando - Non dico nulla delle primarie. Chi diventerà sindaco avrà problemi da far tremare i
polsi, ed è evidente che dovrà rivolgersi a chi ha la stessa sintonia». Orlando e Ferrandelli hanno illustrato idee, progetti e ricette per rendere vivibile la città. Piglio deciso e sicuro per Ferrandelli, che non ha smesso nemmeno per un secondo di sorridere, passando in rassegna molte battaglie, portate avanti durante la sua permanenza a Sala delle Lapidi come consigliere comunale. Espressione, altrettanto decisa e sicura e per nulla preoccupata per l'ex sindaco della Primavera.


Due domande fra tutte hanno animato il dibattito: quale ruolo può avere il sindaco nel costruire una dimensione di appartenenza tra i cittadini? Secondo Orlando è la cultura dell'appartenenza da combattere per lasciare spazio a quella dell'identità e del rispetto della persona. Per Ferrandelli, invece, la chiave sta «nel comportamento» perchè «le regole vanno rispettate». «Solo quando saremo buoni amministratori i cittadini rispetteranno le regole» ha aggiunto Ferrandelli in riferimento alle primarie e alla spaccatura del centrosinistra. 


«Io rispetto le regole, al di là di nomine che mi hanno attribuito. E se non ci fossimo divisi avremmo vinto a primo turno», ha proseguito Ferrandelli rispondendo alla domanda di chi chiedeva se i due mondi che rappresentano possono essere a fianco per il bene della città. Ma proprio sulle consultazioni che hanno mandato in frantumi la coalizione Orlando ha risposto:
«Io delle primarie non parlo».

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