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Sgarbi non candidabile a Cefalù: e' polemica

Il nome del critico d'arte rimane nella scheda elettorale. Dopo il Tribunale di Marsala anche la Corte d'appello di Palermo ha dichiarato il critico incandidabile e lui annuncia ricorso per Cassazione. Per la Regione non si possono più rinviare, come chiedeva il prefetto, le operazioni

CEFALU'. Divampa la polemica alla vigilia del voto sulla non candidabilità a sindaco di Cefalù (Pa) di Vittorio Sgarbi, ex primo cittadino di Salemi (Tp) sciolto per infiltrazioni mafiose, il cui nome rimane però nella scheda elettorale. Dopo il Tribunale di Marsala anche la Corte d'appello di Palermo ha dichiarato il critico incandidabile e lui annuncia ricorso per Cassazione. Per la Regione non si possono più rinviare, come chiedeva il prefetto, le operazioni elettorali. In questi casi, ha spiegato l'assessore regionale agli enti locali Caterina Chinnici, non sono previsti «rimedi giuridici».


Il nome di Sgarbi, che ha confermato l'intenzione di restare in corsa, comparirà quindi nella scheda con le due liste collegate: il «Partito della rivoluzione» e «Cefalù cambia». Prende posizione il segretario del Pdl, Angelino Alfano: «Il grave paradosso che domani rischia di colpire i cittadini di Cefalù è che essi vedranno sulla scheda elettorale il nome di un soggetto dichiarato incandidabile dall'autorità giudiziaria e che, per effetto di questa presenza, avranno vanificato del tutto il loro voto. La competenza regionale in materia di elezioni amministrative è stata usata per ottenere effetti paradossali, illegali e costosi».


«Consentendo all'on. Sgarbi di candidarsi - aggiunge - la conseguenza piu probabile sarà la nullità dell'intera consultazione elettorale. La decisione del governo Lombardo di non rinviare le elezioni è ancor più grave in presenza della richiesta, giuridicamente motivata, del prefetto di Palermo di effettuare tale rinvio per evitare lo sperpero di pubblico denaro che deriverà dall'inevitabile ripetersi delle elezioni». 


L'avvocato Giampaolo Cicconi, che difende Sgarbi, ribatte: «Il mostro giuridico è stato creato dal legislatore con l' ingresso della legge, palesemente incostituzionale, che, allo
stato, consente a Sgarbi di essere ritenuto candidabile in pendenza del termine per proporre ricorso in cassazione alle decisioni dei giudici di Marsala e di Palermo. Del resto, la non
candidabilità di Sgarbi non è stata dichiarata con provvedimento definitivo, e pertanto l'on. avv. Alfano avrebbe dovuto astenersi - prima del pronunciamento della Cassazione -
dal dichiarare che Sgarbi è certamente incandidabile» .


Il coordinatore provinciale di Palermo del Pdl, Francesco Scoma ha inoltrato questa mattina alla Procura della Corte dei Conti un esposto contro l'assessore regionale agli Enti locali Caterina Chinnici, «addebitandole il danno erariale per aver tenuta ferma la candidatura di Sgarbi». Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo dice: «Non è consentito il rinvio
per l'incandidabilità di un candidato a sindaco, ne è consentita l'esclusione di questo candidato rispetto alla competizione elettorale. Com'era ovvio che fosse, l'assessore Chinnici si è comportata conformemente alla legge. La giunta, per intero, ha condiviso la sua scelta».

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