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Palermo, Gesip: niente più cimitero e canile, il futuro è un rebus

I dieci milioni sono arrivati, ma il destino dell'azienda è sempre più in bilico. La proroga prevede meno servizi da affidare alla società ed un piano di rilancio da presentare entro il 24 maggio ancora tutto da inventare

PALERMO. I 10 milioni sono arrivati, il futuro della Gesip è assicurato? No. Nemmeno per sogno. I soldi provenienti da Roma, dopo la firma del presidente del Consiglio Mario Monti, servono per prolungare di altri due mesi la vita di una società che tutti sanno essere destinata sostanzialmente a morire, almeno nel modo in cui la conosciamo. Dopo giugno, qualcosa cambierà sicuramente. Per non dire tutto. Anzi, i cambiamenti potrebbero arrivare prima del previsto. I servizi ad appannaggio della Gesip, innanzitutto. La proroga (l’ennesima) del contratto stabilirebbe infatti che luoghi tipo il cimitero e il canile non sarebbero più di competenza della società municipalizzata. Inoltre, anche il canile, il trasporto dei disabili e la città dei ragazzi sarebbero “a rischio”.


Meno servizi, meno operai? No, anche perché questo è stato uno dei punti dolenti di tutta la trattativa. I sindacati si sono battuti proprio per evitare questo, e ci sono riusciti. I trecento dipendenti che lavoravano in quei luoghi saranno destinati ad altro. Cosa, ancora non si sa. L’ipotesi più probabile è che si occuperanno, molto genericamente, di verde e ambiente in generale. Spiagge comprese, a quanto pare. E qui nasce il problema della congruità: spendere tanti soldi a servizi ridotti? L’ennesimo paradosso, insomma. Entro il 24 maggio poi bisogna presentare a Roma e alla Regione un piano di rilancio della Gesip, contenenti i punti salienti del destino dei 1800 lavoratori. Un piano che è pronto a grandi, grandissimi linee. In realtà, nessuno sa esattamente cosa e come fare, anche perché il tempo è davvero strettissimo. Come se non bastasse, ci sono anche le elezioni. Il nuovo inquilino di palazzo delle Aquile dovrà subito gestire una patata bollente. Col rischio che si trasformi, molto presto, in una bomba vera e propria.

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