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Gesip, slitta dopo il 4 maggio il ritorno al lavoro

La strada burocratica che deve percorrere la delibera per i fondi, i 10 milioni sbloccati a Roma nella giornata di giovedì, e che di fatto hanno salvato la società per altri due mesi, non è di certo breve. E rischia, come al solito, di creare un piccolo caso

PALERMO. Dalla Protezione civile alla presidenza dei ministri, di nuovo alla Protezione civile per andare alla Regione e da lì al Comune. La strada burocratica che deve percorrere la delibera per i fondi della Gesip, i 10 milioni sbloccati a Roma nella giornata di giovedì, e che di fatto hanno salvato la società per altri due mesi, non è di certo breve. E rischia, come al solito, di creare un piccolo caso. Non si parla di soldi stavolta (quelli non sono in discussione, sia chiaro), piuttosto di tempi. Le ferie «forzate» dei 1800 lavoratori scadono domani, dopo dovrebbero ricominciare a lavorare. Il condizionale è d'obbligo, visto che forse la delibera non avrà ancora completato il giro, e quindi si parla di un reale ritorno al lavoro dopo il 4 maggio.



I 10 milioni per la Gesip arriveranno in due tranche: una subito e l'altra a giugno, alla scadenza dei sessanta giorni o quasi. Entro il 26 maggio, però, deve essere presentato dal Comune obbligatoriamente un piano non solo per la Gesip ma per il riordino di tutte le partecipate. Tempi strettissimi, soprattutto viste le elezioni ormai imminenti. Non ci dovrebbero essere problemi per la salvaguardia dei 1800 lavoratori, nonostante la società sarà liquidata, ma anche in questo caso, il condizionale è certamente obbligatorio. Una costante della Gesip, dunque, sembra essere la continua corsa contro il tempo, a cui ha partecipato, come confermano i sindacati, il presidente del Senato Renato Schifani, coinvolto direttamente dal prefetto Umberto Postiglione. Il suo intervento, nella caldissima giornata di giovedì, sarebbe stato determinante per sbloccare la situazione.

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