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La Cassazione: Dell'Utri mediatore tra mafia e Berlusconi

Ecco le motivazioni della sentenza che ha annullato con rinvio la condanna per concorso esterno al senatore del Pdl. L’ex premier pagò a Cosa Nostra "cospicue somme" per la sua sicurezza e quella dei suoi familiari

ROMA. Il senatore Marcello Dell'Utri è stato il "mediatore" dell'accordo protettivo per il quale Berlusconi pagò alla mafia "cospicue somme" per la sua sicurezza e quella dei suoi familiari. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate della sentenza che ha annullato con rinvio la condanna per concorso esterno a Dell'Utri.
Spiegano i supremi giudici - nella sentenza 15727 di 146 pagine - che in maniera "corretta" sono state valutate, dai giudici della Corte d'Appello di Palermo, le "convergenti dichiarazioni" di più collaboratori sul tema "dell'assunzione, per il tramite di Dell'Utri, di Mangano ad Arcore, come la risultante di convergenti interessi di Berlusconi e di Cosa Nostra". Provata anche la "non gratuità dell'accordo protettivo, in cambio del quale sono state versate cospicue somme da parte di Berlusconi in favore della mafia".
Per quanto riguarda l'assunzione del mafioso 'Stalliere' Mangano alla villa di Arcore, ad avviso della Suprema Corte il dato di fatto "indipendentemente dalle ricostruzioni dei cosiddetti pentiti, è stato congruamente delineato dai giudici di merito come indicativo, senza possibilità di valide alternative, di un accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell'Utri che, di quella assunzione, è stato l'artefice grazie anche all'impegno specifico profuso da Cinà".

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