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Rifiuti, in Sicilia servizio tra i più cari d'Italia

Gli abitanti dell'Isola nel 2011 hanno pagato 294 euro, 48 euro in più rispetto alla media nazionale. Peggio fa solo la Campania, dove la spesa è stata di 378 euro

PALERMO. Nel 2011 i siciliani in media hanno pagato 294 euro per il servizio di smaltimento dei rifiuti: 48 euro in più rispetto alla media nazionale (246 euro) e l'isola si colloca al secondo posto della graduatoria delle regioni italiane per costo del servizio. Peggio fa solo la Campania, dove la spesa è stata di 378 euro ed è la più alta del Paese. È quanto emerge dal dossier rifiuti dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva.   


Secondo l'indagine, in Sicilia, rispetto al 2010, però si registra una diminuzione delle tariffe pari allo 0,3%, in controtendenza rispetto all'andamento nazionale (+2,1%). Lo studio evidenzia anche che a più di dieci anni dall'emanazione del decreto Ronchi, nessun capoluogo siciliano, eccetto Agrigento, ha istituito la tariffa di igiene ambientale (Tia), che avrebbe dovuto sostituire la Tarsu a partire dal 2006 per i comuni con più di 5 mila abitanti (dal 2008 in tutti gli altri, compresi quelli in deficit di bilancio), incentivando, mediante
riduzioni ed agevolazioni, la raccolta differenziata, sia da parte delle famiglie che delle aziende. Andando ai costi, è Siracusa la città dove la tassa sui rifiuti è la più cara
dell'isola, con una media di 407 euro, seguita da Catania, dove nel 2011 i cittadini hanno pagato 396 euro, con un aumento, rispetto al 2010, pari all'8,5 per cento in più. Ad Agrigento il costo della Tia è stato di 338 euro(-9,7% rispetto all'anno precedente). Ad Enna il peso della Tarsu ha pesato sulle tasche dei cittadini 285 euro, a Ragusa 261, a Messina 251. A Trapani e Caltanissetta,invece, rispettivamente 245 e 241,5 euro. A pagare
meno sono i palermitani: il costo medio della Tarsu è stato di 218 euro

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