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Picchiato dal padre perché è omosessuale a Catania

Un giovane di 29 anni ha raccontato all'associazione GayLib Sicilia di essere stato preso a pugni in viso dal genitore dopo aver fatto puting. "Non lo denuncio, sono comunque legato a lui"

CATANIA. Un giovane di 29 anni ha denunciato all'associazione GayLib Sicilia di essere stato preso a pugni in viso dal padre dopo aver detto ai genitori di essere omosessuale. Lo ha reso noto il coordinatore regionale di GayLib Sandro Mangano. Dopo l'aggressione, avvenuta venerdì sorso, Marco (un nome di fantasia) si è rivolto alla sede catanese dell'associazione. All'associazione ha rilasciato, in un video amatoriale, una intervista in cui è ripreso di spalle mentre racconta l'accaduto. "Dopo avermi insultato senza motivo - racconta Marco in lacrime - mio padre si è avventato contro di me prendendomi a pugni in faccia con rabbia. Mi sono passati tanti pensieri per la testa. Quello più triste è stato immaginarmi completamente solo e rinnegato da quella famiglia che amavo ed amo". La reazione del padre è arrivata pochi giorni dopo l'outing del figlio. "All'inizio - continua il giovane - mi sentivo inadeguato e sbagliato. Poi ho trovato la forza di confidare ai miei genitori quello che sono realmente. In un primo momento la loro reazione mi è sembrata di indifferenza, ma vedevo che  soprattutto mio padre si allontanava sempre di più da me. Non c'era dialogo". Pochi giorni è avvenuta dopo l'aggressione, durante la quale il padre avrebbe detto al figlio: "Puppo, che fotti come i cani, non ce l'ho io il problema, ce l'hai tu".
Mangano ha detto a Marco che in caso di denuncia il movimento gli sarebbe stato vicino ma il giovane non intende almeno per il momento adire le vie legali. "Sono pur sempre - ha sottolineato Marco - legato a mio padre: c'é qualcosa dentro di me che mi spinge a perdonarlo. Ma so anche che questa esperienza mi ha reso più forte e so che non ci sarà un secondo appello".
"Quello che costantemente siamo costretti a sentire - ha commentato Mangano - rappresenta l'uno per mille di quanto viene rilanciato dai mass media. Parliamoci chiaro: l'omofobia è un drammatico gioco al massacro. La meschinità è ancora più grande quando a subire i soprusi e le violenze sono i figli, i fratelli, i familiari. Quando l'orco cattivo, insomma, è quello che invece ti dovrebbe proteggere".

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