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Putin annuncia la vittoria in lacrime

Il racconto diretto di una giornata ad alta tensione in una Mosca super blindata

MOSCA. Sono le 22.52, ora locale, quando Vladimir Putin sale sul palco allestito nella notte nella piazza Rossa per annunciare, quasi in lacrime, la sua vittoria alle presidenziali. Una folla oceanica, decine di migliaia di bandiere e sciarpe con i colori della Federazione Russa, si alzano verso il cielo gelido di Mosca. Da brividi. Una attesa gridata, con il Cremlino sullo sfondo, quello stesso Palazzo dove Zar Vladimir tornerà a regnare.
Un cordone di sicurezza inimmaginabile chiude la piazza, la gente, il palco, Putin, al fianco del fido presidente in carica, Dmitry Medvedev. Una folla composta, in attesa di quei pochi minuti in cui il vecchio neo-presidente scala l’impalcatura di acciaio, davanti alle telecamere di tutto il mondo, per dare sfogo alla propria gioia e liberarsi della tensione degli ultimi mesi. Le sue lacrime sono quelle dei russi, di chi lo ha votato, di chi non lo ha fatto, di chi passa lì per caso, di chi è testimone involontario di un momento di storia e ha la percezione di rendersene conto.
Una tensione, quella scaricata da Putin nel suo discorso di pochi minuti, trasmessa a tutta la nazione. Mosca si era svegliata invasa da 38 mila fra poliziotti e uomini dell’esercito. Nella notte fra sabato e domenica la zona intorno al palazzo presidenziale, la piazza del maneggio, quella del teatro Bolshoi sono state transennate, chiuse, sbarrate. Metal detector ovunque, passaggi obbligati, poliziotti ogni cinque metri, squadre di soldati-ragazzini a marciare nei sottopassaggi, camionette militari zeppe di uomini e donne armati pronti ad entrare in azione.
L’intera giornata è stata scandita dalle sirene, dai megafoni delle forze dell’ordine che indicavano alla folla e alle pochissime auto in circolazione in che direzione muoversi. Sotto una sottile nevicata che non ha dato tregua per quasi tutto il giorno, le operazioni di voto si sono svolte sotto lo sguardo implacabile degli uomini in divisa.
Uno dopo l’altro sono stati contati i voti. Putin torna al Cremlino. Le bandiere sventolano sotto la neve. La musica ha inizio e la Piazza Rossa si svuota.

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