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Profumo: allo Zen presenza continua dello Stato

Il ministro dell'Istruzione in visita nella scuola Falcone di Palermo. "Sarà individuata una persona del ministero per seguire in modo specifico questo istituto"

PALERMO. "Lo Stato deve avere una presenza di continuità nel quartiere Zen. Sono molto contento di essere qui, ma mi piacerebbe che non fosse un momento isolato, unico. Questo deve essere l'inizio di una relazione in cui ci sia uno Stato più presente". Lo ha detto Francesco Profumo, ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, in visita per la prima volta nella scuola 'Falcone' nello Zen, a Palermo.
"Sarà individuata una persona del ministero - ha aggiunto - per seguire in modo specifico la scuola 'Falcone' e dedicarsi unicamente alle sue problematiche, che sono tante e non risolvibili insieme". Per il ministro Profumo, "lo Stato deve fare tutto ciò che può per andare incontro alle persone oneste che lavorano e vivono nello Zen con passione e serietà".


ALUNNO SCRIVE AL MINISTRO: MANDEREBBE QUI I SUOI FIGLI? Il ministro sta leggendo le lettere che alcuni bambini gli stanno consegnando. Una di queste recita: "Caro ministro, i bambini sono tutti uguali, ma Lei manderebbe qui i suoi figli e nipoti?". Il ministro, rivolgendosi al bambino autore della lettera, ha risposto: "Hai ragione, tutti i bambini, voi compresi, hanno diritto a una scuola migliore, più pulita e dove tutti si sentano a proprio agio. Per questo vedremo quello che si può fare".


IL MINISTRO CONTESTATO -  Davanti alla facoltà di ingegneria dell'università di Palermo si è svolto un presidio organizzato dagli studenti medi e dagli universitari (secondo
una nota diffusa dal coordinamento sono circa 300) per contestare il ministro Profumo, invitato a partecipare a un incontro con le istituzioni accademiche dell'ateneo palermitano. «Profumo, oltre a essere un esponente del Governo Monti, fautore di politiche di austerity, fatte di tagli e attacchi ai diritti dei lavoratori - si legge, in una nota degli studenti - una volta ottenuto l'incarico di ministro dell'Istruzione, ha pienamente riconfermato l'impianto della riforma Gelmini e anzi
si è fatto promotore della proposta che l'abolizione del valore legale del titolo di studio, ultimo tassello nella creazione di atenei di Serie A e atenei di B». «Per queste ragioni - conclude la nota - crediamo sia doveroso contestare chi, venendo a casa nostra (l'università),
pensa di non doverne rispondere proprio agli studenti, già pesantemente colpiti dalla crisi che banche e speculatori hanno creato relegandoci a una condizione di precarietà a 'tempo indeterminatò».

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