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Contratti dei regionali, sconto sugli straordinari

Il fondo da 45 milioni (il Famp) è destinato a garantire premi e straordinari per i risultati e i lavori extra. Secondo i Cobas una parte di questo fondo, almeno 15 milioni, va distribuito a pioggia per compensare aumenti contrattuali poco evidenti in busta paga

PALERMO. Dare lo straordinario a tutti, per compensare gli aumenti non all’altezza delle aspettative, o graduare in base al merito la divisione dei 45 milioni disponibili? Di fronte a questo nodo le trattative sul rinnovo del contratto dei regionali, appena riprese, si sono subito infiammate spaccando anche i sindacati.



Il fondo da 45 milioni (il Famp) è destinato a garantire premi e straordinari per i risultati e i lavori extra. Secondo i Cobas una parte di questo fondo, almeno 15 milioni, va distribuito a pioggia per compensare aumenti contrattuali poco evidenti in busta paga: «Fatti i calcoli - spiegano Marcello Minio e Dario Matranga - ai dipendenti toccheranno aumenti che mediamente si aggirano sui 30 euro lordi al mese. Per la categoria A, la più bassa, significa aggiungere ai 930 euro mensili appena 7 euro di aumento». Ciò anche perchè durante la vacanza contrattuale sono stati erogati acconti. Ma Minio e Matranga propongono di «aggiungere per tutti i dipendenti 100 euro al mese traendo le risorse dal Famp». Il governo ha invece dato mandato all’Aran, l’agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego, di lavorare a nuovi criteri in base ai quali misurare in modo meritocratico l’erogazione di questi 45 milioni. Per i Cobas c’è il rischio di favoritismi da parte dei dirigenti che dovranno misurare i risultati.
Ma i sindacati confederali ritengono improbabile che si arrivi alla soluzione proposta da sindacato autonomo e puntano a una mediazione: «Anche secondo noi una parte del Famp può servire a dare qualcosa in più in busta paga - spiega Gianni Borrelli della Uil - ma per il resto noi siamo perchè venga finalmente premiato il valore del lavoro. Chi si impegna deve prendere di più e agli altri può non essere dato nulla in più dello stipendio». Il rinnovo riguarda il biennio economico 2008/2009: i successivi sono bloccati per legge. Mentre i dirigenti attendono il rinnovo per due bienni - 2006-07/2008-09 - e potranno arrivare ad aumenti di 500 euro lordi al mese. Alla Regione tutto ciò costerà 50 milioni all’anno.



Lo scontro si è aperto pure sulla riclassificazione del personale. L’Aran, su input del governo, ha proposto di portare le attuali quattro categorie (A, B, C, D in ordine crescente di importanza) a tre accorpando A e B. I Cobas hanno rilanciato puntando alla creazione di una quinta categoria: sbocco per i funzionari direttivi della D che non possono accedere alla dirigenza. La Uil punta invece sulla conferma della quattro categorie che al loro interno avrebbero però una diversificazione fra dipendente esperto e semplice: ciò corrisponderebbe a diversificazioni dello stipendio. Girolamo Di Vita, direttore dell’Aran, precisa che tutte le proposte sono ancora sotto esame «anche se la riclassificazione proposta dai Cobas è troppo costosa». E così lo scontro, che riguarderà anche permessi retribuiti e malattie, è rinviato a lunedì. Nel frattempo si apre anche la corsa alla successione di Di Vita, il cui mandato scade l’11 marzo: il direttore ha chiesto che non venga neppure prorogato di qualche giorno. In scadenza anche il comitato direttivo - tre membri - e il direttore che ha uno stipendio equiparato a quello di un dirigente generale. Postazioni appetibili, anche se la Finanziaria da varare ad aprile prevede la soppressione dell’Aran.
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