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Irpef, Monti prepara la rivoluzione

L'obiettivo è quello di vincolare in qualche modo le somme recuperate all'evasione alla riduzione della pressione tributaria, a partire dalla prima aliquota, quella del 23 percento che si applica ai redditi compresi tra i 7 e i 15 mila euro

PALERMO. Ridurre le aliquote Irpef, a cominciare da quella che grava sul primo scaglione di reddito, portandola dal 23 al 20 percento. Si tratta di una tra le misure inserite nel nuovo testo di legge delega per la riforma fiscale che il governo potrebbe presentare venerdì prossimo al Parlamento insieme al decreto sulla semplificazione fiscale. La riduzione delle aliquote, secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, sembra possibile grazie alle somme recuperate dall'evasione fiscale.

LA NUOVA DELEGA

Un testo definito non c'è ancora, ma si lavora soprattutto sugli aspetti della fiscalità d'impresa e del contrasto al sommerso. L'obiettivo è quello di vincolare in qualche modo le somme recuperate all'evasione alla riduzione della pressione tributaria, a partire dalla prima aliquota Irpef, quella del 23 percento che si applica ai redditi compresi tra i 7 e i 15 mila euro. Dovrebbe scendere al 20 percento. Un'altra strada, alternativa alla riduzione dell'aliquota più bassa dell'Irpef, sarebbe quella di agire sulle detrazioni. Questa possibilità consentirebbe di convogliare i proventi della lotta all'evasione in un fondo, che l'anno successivo sarebbe messo a servizio del finanziamento di nuove o maggiori detrazioni fiscali. Altre modifiche riguarderanno la parte della delega sulla fiscalità d'impresa. Nel nuovo testo, sempre per quanto riguarda il capitolo delle società, il governo potrebbe inserire anche delle norme, cui dare attuazione sempre con decreti legislativi, sui termini dell'accertamento da parte dell'Agenzia delle Entrate, ma anche sul regime tributario delle perdite. Nella nuova delega, che il governo sta mettendo a punto, potrebbe trovare spazio anche la riforma del catasto per evitare, a livello locale, sperequazioni, tornate ad accentuarsi con la reintroduzione della tassazione patrimoniale della prima casa.

CONTRASTO ALL'EVASIONE

Con il decreto sulle semplificazioni dovrebbero arrivare anche nuove norme per contrastare l'evasione. Tra questi, i nuovi meccanismi per la messa a punto delle liste di contribuenti da sottoporre alle verifiche fiscali del redditometro. Potrebbero esservi inseriti, ad esempio, tutti i commercianti colti in infrazione nell'emissione degli scontrini fiscali, o quelli che incorrono nel sequestro di merci contraffatte. Sempre nel filone delle misure antievasione si inseriscono anche l'aumento delle sanzioni per l'esportazione illegale di capitali all'estero e la nuova stretta alle compensazioni Iva automatiche. Il Fisco, invece, sarà un pò più tollerante nell'accoglimento delle domande di accesso delle imprese ai regimi agevolati, così come nei confronti di quelle che, pur risultando morose con il Fisco, hanno concordato e stanno onorando il pagamento rateizzato.
Fino a oggi queste imprese sono escluse dagli appalti pubblici, ma con le modifiche previste dal decreto potranno rientrare in ballo a pieno titolo. Dovrebbe salire da 16 a 30 euro anche la soglia dei debiti fiscali al di sotto della quale l'Agenzia delle Entrate non procederà ad effettuare accertamenti, purché l'infrazione, non sia ripetuta nel tempo. Nel decreto saranno poi inseriti i chiarimenti sull'Imu, con la precisazione che lo sconto forfettario di 200 euro (più 50 per ogni figlio sotto ai 26 anni) potrà essere applicato per una sola abitazione per ciascun nucleo familiare. I liberi professionisti potrebbero usufruire di un ammorbidimento delle norme sugli studi di settore. Dovrebbe aumentare la soglia di «tolleranza» dell'amministrazione fiscale tra il reddito dichiarato dai contribuenti e quello accertato. Oggi se la differenza supera il 10 percento scatta anche l'accertamento induttivo, e questa soglia potrebbe essere elevata al 15 percento.

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