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Il meteo nel uichend

Onestamente: la gita per il uichend non ve la consiglio. Ma no sapi picchi. Perché magari la situazione aggiorna discreta e uno dice: Maria, arma u picciriddu, fai susiri a dda casa inutile di Francuccio e amunì a Carini nel billino. Spicciati che ci andiamo da Torretta ca prima dobbiamo comprare un poco di carne e di sasizza che appena arriviamo, la prima cosa, arrustemu. Va bene, lo capisco, sono cose belle: u picciriddu che si sdirrubba ogni tre passi, u carbuni vagnato (ma scartu veru fu  cu u lassò fuora), la notofica che l’ufficio sanatoria vuole una poco di leuri. Insomma uno arriva al billino e ci viene il cuore. E va bene. Ma se poi si mette a sdilluviare? E attenzione: il rischio c’è.



Come infatti per un pronto accomodo c’è vento e se, menti, verso le nove e menzo c’è un poco di sole, alle dieci già il nuvolo si arricampò e ci disse a tutti: scusate ma persi l’autobus per la Spagna quindi mi fermo qui ancora un pochino. Se non disturbo. E invece disturba troppo assai. Perché così finisce che carbonella non se ne può fare e appena addumnate il forno per  metterci spitini e sasizza, zammete (‘nto peri malatu) e finì la bombola. Allora cerca il bummularo, ma il telefono è staccato (Maria ma  la impollletta la pagasti?), u cellulare ve lo siete scordati e quello di vostro figlio grande? Papà ma chi fa babbii? Non ce ne ho soldi nel telefono tranne iuendmi con la mia zita. Ma mi deve chiamare lei, viri chi vriogna…
Insomma dal bummularo ci dovete andare e la bombola la prendete voi perché il ragazzo se piove non si catamia.


Arrivate, andate per montare ma, c’erano dubbi?, non avete la chiave. Vacci arreri, dissi u cavaleri. E partite santianno santianno. Andate a prendere la chiave, tornate montate, riportate la chiave. E, manco a dirlo, affaccia u suli. Tornate e dite: Maria ma chi dici n’avvinturamo ca carbonella? Guardate il cielo e che vedete? Nuvole che corrono da Libeccio verso Grecale ca parunu canuzzi chi s’assicutano pi ghiucari. Ma ogni tanto diventano assai e se ci viene di fare la pipì non è conto che se la possono tenere, e piove di nuovo. Insomma per tutta la giornata i canuzzi in cielo non mancheranno e finirà che per vedervi la telemusione (e nel billino non avete neanche sky e passeddà) vi siete partiti dal rione Quattro Cammare e siete scoppati a Carini. In tutto questo  dopo pranzo scinni un friddu che non si può dire. Anzi si può dire: verso le sette alla scurata ci saranno sei gradi. Ora dico io: non vi potevate stare a casa? Ecco perché la gita ve la sconsiglio. Tanto per non fare abbile.



Domenica peggio ancora perché pare che la temperatura ci ficimu sapiddu chi e lei si assetta in pizzo e ci fa mala cera. Come a dire: vi è piaciuto a comportarvi male? E allora sssupatevi questa botta di freddo che speriamo addio vi deve andare tutta nelle intrombature, dal perno dell’anca alla matrice dei pidocchi. Insomma con 4/5 gradi uno non se ne va piedi piedi e già è tanto se uno riesce a insertare l’allargata tra due cummigghiati per scendere il cane e andare a comprare il pane di Monreale nel lapino alla punta della cantoniera. Aspettate visite? Meglio di no specialmente se sono persone anziane: troppo freddo. Ah è  sua suocera? Allora…
Se poi pensate che a Palermo c’è malotempo ma, magari, nel resto della Sicilia no, allora levateci mano perché ci sarà malotempo pure nelle altre province. Domenica un poco meglio (ma sempre col freddo) tranne nel Trapanese. Ma con questo non voglio dire che vi garantisco sereno a uso picnicchi. La possibilità che se ne viene l’acqua c’è sempre e non dico che è sicura perché se no poi mi dite di andarmi a dedicare alla coltura intensiva del luppolo invece di raccontarci ai pirsoni com’è il tempo. Quindi se apparate la tovaglia alla Ficuzza e appizzate tutte cose poi non ve la prendete con me. Ci vediamo lunedì.

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