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Anno giudiziario a Palermo Oliveri: 2011 da dimenticare

Bilancio a tinte fosche nella relazione di apertura della cerimonia di inaugurazione da parte del presidente della corte d'appello. Critiche anche agli attacchi subiti dalla toghe da parte della politica

PALERMO. Comincia con un bilancio a tinte fosche del 2011 la relazione di apertura della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario del presidente della corte d'appello di Palermo Vincenzo Oliveri. Il magistrato definisce quello trascorso "un anno da dimenticare" durante il quale "tra manovre e manovrine per uscire dalla crisi economica il settore giustizia è stato in prima linea con misure penalizzanti per gli utenti e per i magistrati, categoria professionale alla quale più che a ogni altra sono stati imposti sacrifici economici di rilevante spessore che hanno indotto i più anziani ad affrettare il loro collocamento in pensione".
Oliveri non risparmia le critiche anche agli attacchi subiti dalla toghe da parte della politica: "Siamo stati oggetto - dice - di continue ingiurie da parte di personaggi di rango politico anche elevato, sempre più insofferenti verso la legalità".

MAFIA SEMPRE FORTE.
La mafia è sempre forte e radicata nel territorio e continua "a detenere il monopolio delle attività criminali, in particolare del racket delle estorsioni e della gestione illecita degli appalti sistemi più diretti e remunerativi per le cosche. Nonostante i successi ottenuti da magistratura e forze di polizia "la presenza dei clan nel territorio - spiega Oliveri - é sempre invasiva e massiccia". Una circostanza testimoniata anche dal fenomeno delle estorsioni, in netta crescita. A fronte della pressione del racket non si registra, invece, un incremento delle denunce delle vittime del pizzo, mentre diventa più incisiva l'azione della società civile e delle associazioni di categoria che sempre più spesso assumono posizioni nette giudicando incompatibile la permanenza nelle loro organizzazioni di chi non denuncia.

GIUSTIZIA E' COME EVEREST. La Giustizia come un Everest che "qualcuno, prima o poi, deve decidere di scalare elaborando un progetto condiviso di riforme": sceglie una metafora e invoca un intervento profondo e radicale nella materia Oliveri. Il magistrato esprime "soddisfazione per il fallimento della pseudoriforma della giustizia, la tanto propagandata grande, grande riforma che, se fosse passata, avrebbe portato al successo il meditato attacco all'indipendente esercizio della giurisdizione e al sovvertimento dei principi fondamentali che sono alla base della Costituzione" e invita la classe dirigente ad assumersi la responsabilità" di porre mano a una riforma organica della giustizia.
"Occorre convincere i giovani - spiega - che la disperazione peggiore di una società" è la convinzione che vivere onestamente sia inutile". Quella descritta da Oliveri è una giustizia affetta da una "crisi endemica". La situazione è sempre più" deteriorata - dice - Basta con interventi settoriali".

SEMPRE MENO TOGHE. Carenze di organico, sia tra i magistrati che tra il personale amministrativo, processi troppo lunghi, carichi di lavoro sempre più pesanti: sono i mali di cui soffre la giustizia nel distretto di corte d'appello di Palermo. A un ormai storico deficit di giudici e pm si aggiunge quest'anno la 'fuga' degli 'anziani' che, preoccupati dagli interventi del Governo in materia di pensioni. Decisione che, ad esempio, lascia scoperto il vertice della procura Generale di Palermo.
I vuoti in organico nel giudicante si fanno sentire soprattutto nel tribunale di Sciacca, con il 30% di scoperture, seguono Termini Imerese (18,8%), Palermo (14,4%) Trapani e Marsala (12) e Agrigento (9,09). In testa alle procure più sofferenti, invece, c'è Trapani (23%), poi Marsala (22), Sciacca e Termini (20), Palermo (18) e Agrigento (13). Pur nelle difficoltà', però, la giustizia del distretto, secondo Oliveri, riesce a far fronte a carichi sempre più gravosi. Questi i numeri: nell'ambito penale la corte d'appello di Palermo, nel 2011, ha definito 4.365 procedimenti; 13.445 quelli smaltiti dai tribunali; 221 quelli dei tribunali per i minorenni. Nel civile, invece, i giudici di secondo grado hanno definito 6.199 procedimenti e 88.429 sono stati smaltiti dai tribunali.
Oliveri dà anche le pagelle agli uffici giudiziari: nel penale i più virtuosi nello 'smaltimento' dei casi sono Marsala e Termini Imerese; nel civile Palermo, Termini Imerese e Sciacca.

BOOM REATI INFORMATICI. Crescono i reati contro la pubblica amministrazione e le rapine alle banche e agli uffici postali, lievitano letteralmente i crimini informatici. I reati contro la pubblica amministrazione, in particolare il peculato, la malversazione e l'indebita percezione dei contributi pubblici, sono aumentati nel 2011 del 10%; del 172%, invece, sono cresciuti l'accesso abusivo e il danneggiamento dei sistemi informatici. In crescita anche gli omicidi colposi per infortuni sul lavoro (+38%) e le rapine a banche e uffici postali, letteralmente raddoppiate (+94%). A lievitare anche i procedimenti per i cosiddetti casi di malasanità (+57%), le associazioni a delinquere finalizzate al traffico di droga (+36) e l'usura. In calo gli omicidi - nel 2011 sono stati 74, il 34% in meno dell'anno precedente - e i reati ambientali. Praticamente invariati i reati contro il patrimonio e quelli sessuali.

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