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Da un nuovo farmaco la speranza contro la leucemia acuta

NAPOLI. Un tempo l'unica speranza era il trapianto di midollo, un'intervento difficile, invasivo e al quale non tutti si potevano sottoporre. E se età e condizioni cliniche lo impedivano, il destino allora era uguale per tutti. Dalla leucemia mieloide cronica non si scampava e la morte era cosa praticamente certa. Oggi è tutto diverso, trent'anni di ricerche in campo ematologico hanno portato a nuovi farmaci, arrivati alla terza generazione, capaci di garantire il controllo della malattia e molto spesso anche la completa guarigione.
Proprio di un nuovo farmaco, ritenuto dagli esperti fondamentale nella cura, si è parlato a Napoli nella prima prima giornata di un convegno al quale partecipano oltre trecento esperti da tutto il Paese. Si tratta di un inibitore della proteina Bcr-Abl che causa la produzione delle cellule tumorali. Un nuovo farmaco che in Italia è stato già indicato come trattamento di prima linea per i pazienti adulti. A discuterne nella giornata inaugurale del convegno, il direttore del Centro di riferimento scientifico dell'istituto di Ematologia di Bologna, Michele Baccarani, il direttore di Ematologia e trapianti di midollo della Federico II di Napoli e presidente nazionale della Società italiana di ematologia (Sie), Fabrizio Pane e l'ordinario di Medicina interna ed ematologia dell'Università di Torino Giuseppe Saglio.

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