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La vita segreta della luce nelle opere di Salvatore Provino

A Palazzo Sant’Elia, a Palermo, in mostra fino al 4 marzo un’antologica che comprende 110 opere, realizzate tra il 1978 e il 2011 del pittore siciliano

PALERMO. Espone nei saloni del piano nobile di Palazzo Sant’Elia, a Palermo, dal 19 gennaio al 4 marzo, l’artista siciliano Salvatore Provino con la mostra: “Provino Effetti collaterali”, a cura di Ezio Pagano.
Si tratta di un’antologica che comprende 110 opere, realizzate tra il 1978 e il 2011, e che presenta un’equilibrata alternanza (non facile in uno spazio immenso come il piano nobile  del Palazzo) di grandi tele connotate dal movimento fluido della “massa” (come ama definirla il Maestro), e di piccole opere, piccoli universi di colore, in cui la profondità della luce sembra restituire una sorta di vita segreta, dentro cui fluisce tempo, spazio e materia.
Interessante la pittura di Provino, interessante la sua figura. D’altri tempi. Altra generazione.
Lui stesso dice che il suo modo di concepire il lavoro artistico è differente da quello che oggi, secondo lui, caratterizza molti artisti contemporanei, soprattutto giovani. A volte troppo sicuri della perfezione. Invece, lui, afferma di considerarsi sempre “in divenire”, mai pago di apportare il cambiamento. Dice di compiacersi anzi di vedere nelle sue opere qualcosa di indefinito, poiché l’imperfezione è vita, è poter continuare a ripensare, rivedere, dunque continuare a creare.  Emblematica è La Battaglia di San Francesco a Ripa, omaggio a Paolo Uccello, ma anche racconto della personalissima battaglia quotidiana di Provino, uomo e artista, alle prese con la vita. La battaglia combattuta ogni istante per affermare la propria esistenza, le proprie idee, sé stessi.
Provino appartiene alla tradizione della pittura italiana, quella degli anni Sessanta, è un artista che ha attraversato diverse fasi concettuali avvicinandosi alla corrente baconiana prima e sironiana poi, per approdare nella maturità ad una poetica legata alle suggestioni derivate da altre discipline quali la scienza, la matematica la fisica. Da qui una ricerca del dinamismo ottenuto attraverso il colore. Partendo dal buio per arrivare via via alla luce. Una luce polverizzata di particelle, attraversata da lampi, popolata da linee.
Provino spiega che la sua ricerca della luce  è sempre interna all’opera, un’opera che appare come “retro-illuminta”, animata da una forza interna che si sprigiona volontariamente, quasi sfuggendo al controllo dell’artista. Ed è questo dosaggio di luce e materia che dà vita al movimento, all’indeterminatezza di una immagine che appare molle, ciclica, rotonda.
Il risultato è in effetti un potente movimento che però trattiene la traccia di un figurativismo sempre cercato. Un figurativismo che se anche è appena accennato, è assai vitale.
Geometrie riconoscibili, palinsesto come struttura dell’opera.
 Provino dice di sentirsi ancorato alla figura come ad una certezza, alla figura come radice stessa del suo lavoro.  Dice: “con una mano resto ancorato alla terra, e con l’altra cerco di volare in alto…”.

“Provino – Effetti collaterali” è visitabile gratuitamente fino al 4 marzo 2012 (dal martedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.30; domenica e festivi dalle 9.30 alle 13; lunedì chiuso).
Per informazioni 091-6628981, www.provincia.palermo.it.

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