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Palermo, Lombardo a caccia di un commissario straordinario

Il governatore a Roma da ieri per trovare un nome da mandare a Palazzo delle Aquile per amministrare la città fino alle elezioni. Smentite al momento le voci di possibili incarichi a dirigenti della Regione o all'ex prefetto Marino

PALERMO. Commissario straordinario cercasi per Palermo. Il presidente della Regione è a Roma da ieri per trovare un nome da mandare a Palazzo delle Aquile per amministrare il capoluogo siciliano in tre mesi che si annunciano di fuoco. Le risorse finanziarie ridotte al lumicino, l’emergenza Amia e la bomba ad orologeria Gesip. Sono solo alcune delle questioni che chi accetta l’incarico dovrà affrontare. Sarà anche per questo che fino a ieri sera nomi non ce n’erano e su quelli che si andranno a sondare c’è il massimo riserbo. Lombardo cerca «nomi di altissimo profilo tra magistrati in pensione, magari siciliani, o ex prefetti», fanno sapere alcune fonti vicine al governatore. Ma di più non si sa nulla. Semmai ci sarebbe stato già un primo contatto per designare un commissario con un magistrato della Corte dei Conti ma il presidente della Regione avrebbe incassato un no. Insomma la ricerca non si presenta facile. È vero che Lombardo ha ancora qualche ora di tempo in più perché Cammarata ha deciso che formalizzerà le dimissioni solo domani mattina ma il problema resta tutto da risolvere. Tuttavia, per capire il prossimo profilo del commissario, quello che insomma cerca Lombardo, basterà ricordare che nei mesi scorsi, quando cominciavano a circolare le voci sulle dimissioni di Cammarata, lo stesso presidente della Regione aveva confidato ai suoi collaboratori che avrebbe visto benissimo sulla poltrona più importante di Palazzo delle Aquile una come Annamaria Cancellieri, che è stata prefetto a Catania. Peccato che la Cancellieri sia stata designata poche settimane fa ministro dell’Interno dal nuovo presidente del Consiglio Monti. Cercherà in quell’ambito il commissario? Lo si dà per certo. Quindi smentite, al momento, le voci di incarichi a dirigenti della Regione o all’ex prefetto Giosuè Marino che tra l’altro è assessore della giunta Lombardo e vice presidente del governo dell’Isola. Nel tempo che intercorrerà tra le dimissioni formali di Cammarata e la nomina del commissario straordinario la giunta comunale, però, così come specificato dall’articolo 203 dell’ordinamento amministrativo degli enti locali, resta in carica. Fino al momento della nomina insomma, in base a quanto prevede l’articolo 156 dell’ordinamento, «il vice sindaco e la giunta esercitano le attribuzioni indifferibili di competenza del sindaco e della giunta». Il consiglio comunale, invece, è «in carica fino a nuove elezioni che si svolgono contestualmente rispettivamente alle elezioni del sindaco da effettuare nel primo turno elettorale utile», così recita ancora l’ordinamento. data che tra l’altro dovrà essere indetta sempre dal governo regionale. E si ipotizza di una domenica di maggio. Insomma, tempi stretti. Che obbligheranno i partiti a fare scelte veloci su chi far scendere in campo per la corsa a sindaco. Il 26 febbraio (ne parliamo a pagina 15) si terranno infatti le primarie del centrosinistra e, forse, anche del centrodestra. Mai accaduto in Italia. L’ultima volta che Palermo fu governata da un commissario straordinario fu nei primi mesi del 2001. A fine Duemila Leoluca Orlando, sindaco giunto al suo secondo mandato, rassegnò le dimissioni per candidarsi alla presidenza della Regione, elezioni che lo videro perdente nella sfida con Totò Cuffaro. E in quell’occasione la Regione nominò commissario straordinario a Palazzo delle Aquile Guglielmo Serio, ex presidente del Tar.

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