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"Uccisero un guardiano": in due incastrati dal Dna

I carabinieri hanno fatto luce sull'omicidio di Gaetano Parisi, ucciso il 14 aprile del 2003 a Biancavilla, nel Catanese. Gli arrestati farebbero parte della cosca Toscano

CATANIA. Avrebbero ucciso un guardiano di fondi agricoli perché aveva tentato di 'mediare' tra il clan Toscano e i proprietari terrieri per cui lavorava vittime di tentativi di estorsione. E' questo il movente, secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Paternò, che costò la vita a Gaetano Parisi, ucciso a 53 anni il 14 aprile 2003 a Biancavilla con diversi colpi di arma da fuoco. E' quanto emerge dall'ordinanza emessa dal Gip di Catania, su richiesta del sostituto procuratore della Dda Francesco Testa, nei confronti dei due presunti sicari: Salvatore Fallica, di 36 anni, e Giuseppe Longo, di 39, che sono stati arrestati da militari dell'Arma, indicati come appartenenti alla cosca Toscano. Alla loro identificazione gli inquirenti sono giunti grazie alla comparazione del Dna trovato, da carabinieri del Ris di Messina, all'interno di pezzi di guanti di lattice dimenticati dentro un'auto, una Lancia Thema rubata, che sarebbe utilizzata dai sicari nell'agguato.
L'inchiesta è uno stralcio dell'operazione 'Rinazze' che subito dopo l'omicidio fece luce su un'associazione mafiosa dedita alle estorsioni a commercianti di Biancavilla, con l'arresto di nove presunti appartenenti al clan Toscano, e tra loro c'era anche Salvatore Fallica che è stato poi scarcerato. I due arrestati sono stati condotti nel carcere di Catania.

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