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I botti e il divieto più disatteso

Nella notte di San Silvestro degli italiani le esplosioni hanno risuonato ad ogni latitudine. Non basta firmare anatemi e minacce penali per bloccare un’irresponsabilità così dilagante

Che sarebbe stato il divieto più disatteso di un disgraziatissimo 2011 non c’era alcun dubbio già alla vigilia. Quelle decine, centinaia, di sindaci che sembravano fare a gara a chi avrebbe firmato per prima l’ordinanza anti-botti, facevano sorridere anche il più ingenuo dei bambini. Chi per salvare la già compromessa salubrità dell’aria, chi per proteggere le coronarie di cani e gatti terrorizzati dalle esplosioni, chi per scongiurare danni a uomini e cose, chi semplicemente per desiderio di emulazione più o meno indotto. Risultato: nella notte di San Silvestro degli italiani le esplosioni hanno risuonato ad ogni latitudine, neanche si fosse nella Beirut degli anni Ottanta. E il bilancio è stato come al solito drammatico, come raccontiamo in questa pagina. Perchè che le ordinanze dei sindaci scoraggiassero gli aficionados dei botti era pia illusione. E probabilmente è quello che devono aver pensato anche Alemanno a Roma e De Magistris a Napoli, unici a non unirsi al listone. Solo che, ironia della sorte, i morti sono arrivati proprio nell’Urbe e alle porte della capitale mondiale di bombette e tricchettrac. La verità è che purtroppo non basta firmare anatemi e minacce penali per bloccare un’irresponsabilità così dilagante. I sequestri di vere e proprie bombe - vietatissime e illegali già senza ordinanze sindacali - sono centinaia ad ogni giro d’anno. Ma la cosa non scoraggia l’enorme smercio di queste diavolerie rumorose e pericolose. Per non parlare di chi si diverte a impugnare pistole e sparare da balconi e finestre. Poi, alla resa dei conti, c’è chi paga con una mano, un braccio, un occhio. E chi con la vita. Ma lo trovano davvero così divertente?

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