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Chiusa inchiesta su vertici Amap: verso il rinvio a giudizio

PALERMO. La Procura di Palermo ha chiuso  l'indagine a carico di sei tra dirigenti e funzionari dell'Amap,  l'ex municipalizzata che gestisce la rete idrica a Palermo,  accusati di inadempimento di contratti di pubbliche forniture e  sversamento sul suolo di rifiuti liquidi.     L'inchiesta, coordinata dal pm Geri Ferrara che si appresta a  chiedere il rinvio a giudizio degli indagati, riguarda il  direttore generale dell'azienda Guido Catalano, l'ex  vicepresidente Dario Bonanno, gli ex direttori generali Giuseppe  Laudicina e Gesualdo Adelfio, l'ex responsabile del servizio di  Depurazione, Gaetano Graziano, e il responsabile dell'Unità  gestione impianti di depurazione Girolamo Sparti.     L'indagine ruota attorno al contratto stipulato tra il Comune  e l'Amap che impegnava la società  ad ampliare l'impianto di  depurazione dello Zen di Fondo Verde. I soldi per i lavori -  circa 10 milioni - sarebbero stati stanziati, ma non sarebbero  stati spesi. Nel depuratore di via dell'Olimpo sono trattati i  reflui provenienti dai quartieri Mondello, Valdesi, Partanna  Mondello, Zen, Zen 2, Pallavicino, Villaggio Ruffini. Una parte  della città abitata da oltre 150mila persone.  L'attuale  depuratore può ricevere 1900 metri cubi di acque nere all'ora. A  ogni temporale, però, la massa di acqua sale a oltre 2800 metri  cubi.  Risultato: i reflui tracimano e invadono le strade. Da  qui l'esigenza dell'ampliamento mai realizzato.    L'inchiesta è partita dai controlli degli operatori dell'Arpa,  l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, che ha  riscontrato lo sforamento dei livelli di inquinamento del  depuratore. L'impianto di Fondo Verde è stato sequestrato dai  carabinieri: il provvedimento è stato confermato dal tribunale  del riesame. 

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