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Crisi natalizia ma i commercianti non vogliono i saldi

Rispetto allo scorso anno si registrano cali di vendita fino al 30 per cento. I consumatori attendono l’arrivo dei saldi e si limitano a guardare le vetrine e a fare confronti di prezzi

PALERMO. Si va verso l'inizio posticipato dei saldi invernali al 5 gennaio, tre giorni dopo la data stabilita dal decreto biennale regionale. La richiesta alla Regione è stata avanzata da Confcommercio regionale, che definisce il cambio di data «un piccolo accorgimento tecnico» per adeguare la Sicilia al resto d'Italia. L'assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, non ha posto nessun veto. «Non trovo problemi a questa richiesta - ha detto l'assessore -. L'importante è che ci sia la convergenza di tutte le parti presenti al tavolo dell'osservatorio regionale».
E pare proprio che le associazioni di categoria, i sindacati e le associazioni dei consumatori siano d'accordo. «Abbiamo chiesto di spostare la data dei saldi per allinearci al resto d'Italia - afferma il coordinatore regionale di Confcommercio Sicilia, Julo Cosentino -. Puntiamo ad avere il 5 gennaio, un pre festivo, come data unica. Spero che si possa decidere entro la prossima settimana, per evitare confusione tra i consumatori». La proposta è spalleggiata anche da Confesercenti, Uiltucs e Federconsumatori. «Non ci opponiamo all'uniformità della data», spiega il presidente regionale di Confesercenti, Giovanni Felice. E così pure Lillo Vizzini, leader regionale della Fedrconsumatori. Per il segretario della Uiltucs, Pietro La Torre, il posticipo dei saldi «non sposta nulla. Lasciamo - dice - la valutazione alle imprese». In attesa che arrivino gli sconti, le associazioni di categoria si interrogano sulla crisi dei consumi. Dagli ultimi dati appare chiaro che il commercio sta cadendo in una profonda crisi, tanto profonda che nemmeno i saldi sottobanco riescono ad avere l'effetto desiderato, perché la gente non entra nei negozi. «La crisi generale ha eliminato il potere d'acquisto del ceto medio - dice Felice -, cioè il target principale dei piccoli negozi. Reggono solo le griffe e le attività che propongono capi a basso costo».
Rispetto allo scorso anno si registrano cali di vendita fino al 30 per cento. I commercianti evitano di parlarne, ma la situazione è davvero complicata. In tutto questo c'è anche il fattore saldi. I consumatori attendono il loro arrivo e si limitano a guardare le vetrine e a fare confronti di prezzi. «Il mercato asfittico sta travolgendo tutti», dice il vicepresidente di Confcommercio, Patrizia Di Dio. «Oltre alla crisi, il clima caldo ha condizionato le vendite - dice il titolare di Harryson, Silvio Corsale -. Con l'arrivo del freddo c'è stato più movimento di clienti, e questo fa ben sperare per le prossime settimane, anche se, per alcuni commercianti, è stato un periodo di lacrime e sangue».

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