BRUXELLES. Mario Monti riporta l'Italia a Bruxelles in una veste "visibilmente più credibile", con i compiti a casa "fatti" e "apprezzati" dai leader che hanno giudicato le misure della sua manovra "molto incisive". E forte dello sforzo fatto, del "contributo" dato alla crisi dell'eurozona, si siede al tavolo di un Consiglio Ue cruciale, chiuso con un accordo a 26 che lascia fuori Londra.
Ma non è stato un "fallimento", sottolinea il Professore, pronto a rimettere Roma al centro della governance, con un ruolo "più attivo e accettato dagli altri". E con un nuovo appuntamento, a Roma a gennaio, per un incontro trilaterale con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. E' stato un summit che ha mostrato "la volontà di difendere l'euro", dice soddisfatto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che dopo la manovra che "é solo il primo passo del nuovo governo", ora invita l'Italia a concentrarsi su crescita e Mezzogiorno. Monti appare soddisfatto di aver portato il suo contributo a Bruxelles "per avviare a soluzione sistemica la crisi dell'eurozona". Ma non solo. Ha anche tentato di mediare con la Gran Bretagna per scongiurare quello strappo che ha visto David Cameron defilarsi dalla creazione dell'Unione di bilancio. E ancora ha cercato di convincere i 'colleghi', sopratutto quelli "austeri", ad un maggiore sforzo per aumentare la "potenza di fuoco" del "firewall", il muro finanziario a difesa dell'euro. "Accalorandosi", racconta lui stesso, nel tentativo di alzare l'asticella delle risorse da mettere in campo.
Certo, al Presidente del Consiglio - sostenitore del mercato unico e del metodo comunitario - l'esclusione dei britannici non é piaciuta. E non lo nasconde: "L'Italia e io personalmente avremmo preferito una impostazione totalmente comunitaria con una modifica del trattato a 27. Ma non è stato possibile", si rammarica al termine di una maratona di lavoro durata tutta la notte. Un lavoro che però - tiene a precisare - non è stato inutile: "Può darsi che tutto questo non basti, ma non mi sembra un vertice dei fallimenti". Per giudicarne l'efficacia bisognerà aspettare "qualche giorno", ammette, ma è un fatto che l'accordo per un' Unione di bilancio c'é e sarà perfezionato a marzo.
"Stanotte mi sono impegnato a mediare tra Gb e Eurozona" ma il Regno Unito - torna a spiegare - chiedeva misure, sul fronte dei prodotti finanziari in cambio di una modifica del trattato, che non erano accettabili. Ma si mostra tutt'altro che pessimista, rinviando al mittente la lettura di un'Europa a due velocita": non è la prima volta, ricorda citando l'Euro o Schengen, che si profila una soluzione non unanime. Formule che "hanno funzionato e sono state spesso interessanti incubatori", prosegue. Non dimenticando anche un altro suo cavallo di battaglia: gli eurobond che da sempre caldeggia e che, nonostante non siano citati espressamente nel comunicato finale, non sono stati archiviati. Si lavorerà sul dossier perché - ricorda - non sono uno strumento da abbandonare.
L'Italia ha giocato il suo ritrovato ruolo, fa capire il Professore. Ma per non ora ha spinto sulle sue posizioni, soprattutto per un rigore che non penalizzi la ripresa. Siamo "visibilmente più credibili" ma non si può a "tre giorni" dalla manovra "battersi solo per la crescita", ha detto rispondendo a chi gli chiedeva che fine avesse fatto la maggiore elasticità sul capitolo deficit a fronte del ciclo o investimenti per infrastrutture presente nella bozza e poi scomparsa nelle conclusioni. "La politica economica Ue è poco focalizzata sulle esigenze di crescita, ma quella di stanotte non era la circostanza più favorevole, ci saranno altre occasioni più propizie". L'Italia torna al tavolo europeo a pieno titolo da Paese fondatore, scongiurando il rischio di divenire "affondatore" paventato dal professore qualche mese fa. Pronta a giocarlo fino in fondo, fa capire Monti, che conferma la trilaterale di gennaio a Roma con Nicolas Sarkozy e Angela Merkel.
Vertice UE, accordo a 26 sul Bilancio e Monti convince tutti
Il premier riporta da Bruxelles l'Italia in una veste più credibile. Londra rimane fuori dai giochi, ma non è stato un fallimento. Le borse volano, lo spread scende
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