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La crisi non esiste alla Regione: i deputati guadagnano di più

Stilata la "classifica" del 2010. Guglielmo Scammacca della Bruca si conferma il Paperone dell’Ars passando dai 684 mila euro del 2009 ai 746 mila appena dichiarati. Vale lo stesso per Cateno de Luca. Il governatore Lombardo è al settimo posto

PALERMO. La crisi non è entrata a Sala d’Ercole. I deputati hanno visto aumentare i loro guadagni nel 2010. Guglielmo Scammacca della Bruca si conferma il Paperone dell’Ars passando dai 684 mila euro del 2009 ai 746 mila appena dichiarati. Vale lo stesso per Cateno de Luca.


Il deputato di Sicilia Vera, finito ai domiciliari e da poco scarcerato, era al secondo posto anche nel report dell’anno scorso curato dal servizio Lavori d’aula dell’Ars ma è passato dai 497 mila euro a 578 mila. Sul podio anche Ignazio Marinese, l’unico che vede stabile il proprio reddito: sfiorava i 344 mila euro nel 2009 ed è di 344.407 nel 2010.
Scammacca, passato dal Pdl all’Mpa, è un imprenditore della sanità privata, con partecipazioni o incarichi in Lisafin, Villa dei Gerani, Promoconsult e Casa di cura Musumeci. De Luca ha investito nel settore alberghiero e ha l’80% della Dioniso Srl.
Il crollo dei redditi non c’è stato malgrado le riduzioni di stipendi annunciate dall’Ars. Ai piedi del podio c’è il messinese del Pdl Roberto Corona, arrestato la settimana scorsa per un’inchiesta su una truffa milionaria: dichiara 330 mila euro, 5 mila in più dell’anno precedente. Le due punte istituzionali si marcano anche nella classifica dei redditi.


Il governatore Raffaele Lombardo, con 249 mila euro guadagnati, è settimo e precede il presidente dell’Ars Francesco Cascio che dichiara 236 mila euro. Il primo del Pd è Lillo Speziale, al decimo posto con 218 mila euro (2 mila in meno dell’anno precedente).
Il colpo di scena lo ha offerto Nunzio Cappadona: il capogruppo di Alleati per la Sicilia, imprenditore della sanità privata che nel 2007 fu al vertice della classifica, quest’anno ha dichiarato quasi 34 mila euro finendo all’ultimo posto. Figurano regolarmente in classifica alcuni deputati finiti nei guai in questa legislatura che ha portato ben 27 avvisi di garanzia o arresti fra i banchi di Sala d’Ercole. Gaspare Vitrano (Pd) in manette con l’accusa di aver intascato una mazzetta è 38° con 181 mila euro. Vitrano è fra i pochi deputati che hanno continuato a investire in azioni: Telecom, Gemina, Parmalat, Eni, Enel, Seat Pagine Gialle, Finmeccanica, Unicredit, Alitalia e Intesa solo per fare alcuni esempi. Riccardo Minardo (Mpa) da poco uscito dai domiciliari per un’accusa di truffa è diciannovesimo con 206 mila euro. Fabio Mancuso (Pdl) ai domiciliari per un’accusa di truffa è 34° con 183 mila euro.



Agli ultimi posti alcuni big di partito. Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo, leader del Pd, sono 83° e 84° con 135 mila e 134 mila euro. Indietro pure alcuni aspiranti sindaco di Palermo: Francesco Scoma (Pdl) è 81° con 136 mila euro e Marianna Caronia (Pid) è 82° con 137 mila.

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