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Vertice Ue per salvare l'Euro, Obama: "Risollevare l'Italia"

I leader del Vecchio continente riuniti nel più drammatico momento nella storia dell'Unione. Il presidente Usa in contatto con Sarkozy, Merkel e Monti

WASHINGTON. ''Ovviamente sono molto preoccupato per quello che sta accadendo in Europa''. Mentre i leader europei arrivano alla spicciolata a Bruxelles per dare vita al piu' drammatico vertice della storia della Ue, Barack Obama da Washington - nel corso di una improvvisa conferenza stampa - non fa nulla per nascondere la paura che il summit europeo possa fallire. Si tratta di una paura mista a irritazione, perche' la riunione del Consiglio europeo considerata decisiva per il salvataggio dell'euro si apre nella piu' assoluta incertezza, e con le capitali del Vecchio Continente ancora divise su molti punti. Obama - presentatosi ai giornalisti all'inizio del consueto briefing quotidiano del portavoce della Casa Bianca - sferza cosi' i leader europei e li sprona a dimostrare la ''volonta' politica'' per risolvere i problemi, per trovare soluzioni alle difficolta' di ''Paesi come l'Italia che devono ripagare il proprio debito''. Per il presidente servono scelte ''serie e coraggiose'', perche' in gioco c'e' il futuro non solo dell'Europa. Il pressing degli Usa nei giorni, nelle ore precedenti al vertice di Bruxelles e' stato senza precedenti.


Il presidente Usa si e' tenuto in costante contatto telefonico con Nicolas Sarkozy ed Angela Merkel. L'ultima chiamata partita dalla Casa Bianca e' quella di ieri sera alla cancelliera tedesca, per tentare di capire le ragioni del pessimismo espresso da Berlino sull'esito del vertice. Il segretario al Tesoro americano e' inoltre volato oltreoceano per incontrare i principali protagonisti che daranno vita al summit: dal presidente della Bce Mario Draghi, a quello francese Nicolas Sarkozy, ai neo premier italiano e spagnolo Mario Monti e Mariano Rajoy. A tutti lo stesso messaggio: ''La crisi va risolta'', come ha tuonato lo stesso Obama, e come da Bruxelles ha chiesto con forza anche il segretario di Stato americano, Hillary Clinton. Va risolta perche' - ha sottolineato Obama - la crisi puo' avere ''un enorme impatto, anche negli Usa, sull'economia che comincia a dare i primi segnali di ripresa e sulla capacita' di creare posti di lavoro''.


Va risolta dunque mettendo in campo i giusti meccanismi, prevedendo maggior rigore, ma non trascurando la crescita. Su questo Geithner nel suo tour europeo e' stato piu' che chiaro, perche' senza crescita anche in Europa l'intera economia mondiale rischia una nuova recessione, la temuta 'double dip recession'. Questo e' il vero incubo della Casa Bianca. Non solo per le conseguenze che tale scenario avrebbe sulla popolazione americana (il tasso di disoccupazione attualmente e' attorno al 9%). Ma anche perche' Obama sa benissimo che una nuova recessione affosserebbe definitivamente le sue speranze di essere rieletto presidente il prossimo novembre. Come scrive il New York Times: ''Un'implosione della moneta europea senza alcun dubbio provocherebbe un aumento ulteriore della disoccupazione americana e probabilmente condurrebbe a una nuova recessione''. E questo vorrebbe dire per certo l'addio di Obama al suo secondo mandato alla Casa Bianca. Obama che, insieme alla sua amministrazione, si sente impotente di fronte alla crisi europea, che sfugge ad ogni suo controllo. Ecco il perche' del pressing senza precedenti sull'Europa. Che, c'e' da giurare, proseguira' nelle prossime ore e nei prossimi giorni.

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