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Manovra da 24 miliardi ma sconti alle famiglie

Il governo Monti si accinge a varare delle misure che lo stesso premier definisce "severe e pesanti" ma che verrà incontro il più possibile ai nuclei familiari. Niente rincaro dell'Iva ma ci sarà il ticket sanitario e il ritorno dell'Ici

ROMA. Spaventano tutti le cifre e le misure  della manovra che il governo Monti si accinge a varare, forse  già domenica pomeriggio: ma il premier, pur ammettendo che si  tratta di un provvedimento "severo e pesante", ha insistito  sul fatto che non è una manovra di sola rigore, perché va a  mettere soldi su alcune debolezze strutturali delle imprese e  cerca di limitare l'impatto sulle famiglie con più figli. Anche  se gli interlocutori politici e sociali del governo hanno  espresso i timori per un impatto negativo sul Pil.    


La manovra sarà dunque di 24 miliardi, come riferiscono le  fonti dei partiti che hanno incontrato Mario Monti. Però tale  cifra "copre" la delega fiscale varata da Tremonti, che  prevedeva tagli lineari del 20% a tutte le detrazioni, comprese  quelle per le famiglie, per complessivi 4 miliardi. Il decreto  dunque salvaguarderà queste ultime, sforbiciando in modo più  incisivo altre detrazioni. In questo modo verrà incontro alla  richiesta di Terzo Polo, Pdl e Pd di tutelare le famiglie.    


Queste infatti vedrebbero il loro potere di acquisto colpito  dall'aumento delle ultime due aliquote Irpef, quelle del 41%  (per i redditi oltre i 55.000 euro) e del 43% (oltre i 75.000).  Si tratta della fascia media i cui consumi sono orientati ai  prodotti "made in Italy" (vestiario, pelletteria, articoli per  la casa, cultura, ecc) mentre le fasce basse comprano già il  "low cost" made in China. Quindi ci sarebbe un impatto  negativo proprio sulle aziende italiane. Al Tesoro si studia di  aumentare alcune detrazioni per le famiglie con più figli. Il  Pdl chiede di eliminare l'aumento dell'aliquota del 41% mentre  il Pd preferirebbe semmai una aliquota aggiuntiva (es 45%) sui  redditi molto alti, es. oltre i 100.000 euro.     Certo il timore di una manovra recessiva, come l'ha definita  il leader della Uil Luigi Angeletti, c'é. Ma il mancato aumento  dell'Iva dal 21% al 23% dovrebbe attenuare il calo dei consumi.  Al converso sui portafogli peserebbe Il ritorno dell'Ici (ma con  le fasce deboli esentate), la rivalutazione del 15% delle  rendite catastali e il ritorno del ticket su alcuni ricoveri,  ipotesi questa al vaglio, mentre il taglio di 2,5 miliardi del  Fondo sanitario nazionale avrà un impatto sulle tasche degli  italiani che dipenderà da Regione a Regione.    


Di forte impatto il capitolo previdenza, con l'addio alla  cosiddetta "finestra mobile". Prende corpo l'ipotesi di  aumentare a 42 anni l'età per le pensioni di anzianità. Certo  il blocco degli adeguamenti delle pensioni all'inflazione (dal  quale si ricavano 5-6 miliardi). Su di due punti l'aliquota per  i contributi degli autonomo e accelerazione del meccanismo che  porta a 65 anni l'età di pensionamento per le donne: si parte  dal 2012 per arrivare a regime nel 2018.     Monti d'altro canto ha sottolineato ai suoi interlocutori che  le liberalizzazioni porteranno all'abbassamento dei costi di  molti servizi, come la benzina. con beneficio per famiglie e  imprese. Va detto che il Pdl ha chiesto di attenuare alcune  liberalizzazioni che riguardano i professionisti.     E per quanto riguarda le imprese il premier ha insistito che  alcune misure le aiuteranno a prendere di petto certe debolezze  strutturali, con un positivo riverbero per la crescita: come gli  incentivi per le ricapitalizzazioni - con l'arrivo di una nuova  versione della "dit", la dual income tax con un doppio livello  impositivo per le imprese che investono su se stesse - o per la  ricerca.        

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