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Imprese che chiudono, la metà al Sud

L’indagine della Confcommercio. In Italia, nei primi nove mesi del 2001 si registra una riduzione di 41mila attività. La maggior parte in Sicilia, Campania e Puglia

NAPOLI. Aumento dal tasso di disoccupazione, consumi e Pil in calo, imprese che chiudono, soprattutto al Sud: sono prospettive "molto modeste di crescita" quelle che l'Ufficio Studi di Confcommercio indica per il Pil e per i consumi delle famiglie. I dati sono stati illustrati nel corso della seconda tappa degli Stati generali "Anzitutto l'Italia" di Confcommercio-Imprese per l'italia, organizzata a Napoli, dal titolo "Ripartiamo dal Mezzogiorno".    
In Italia, nei primi nove mesi del 2011, tra aperture e chiusure, si registra una riduzione di oltre 41mila imprese del commercio e dei servizi, di cui, circa il 40% - oltre 16mila- al Sud. In questo scenario, Campania, Sicilia e Puglia registrano quasi i tre quarti delle chiusure di tutte le imprese del Mezzogiorno. Per quest'anno, evidenziano i dati, il tasso di crescita di attesterà a un +0,7% con un rallentamento ulteriore nel 2012 (+0,3%). Sul fronte dei consumi si prevede un +0,7% nel 2011 e +0,2% nel 2012. Il Mezzogiorno riduce il suo contributo in termini di Pil (con una quota sul totale nazionale che passa dal 24% del 1995 al 23,5% del 2011), e di consumi(dal 28,6% al 26,6%). Questi ultimi, in particolare, risultano in termini pro capite inferiori ai livelli di dieci anni fa e con una prospettiva di "assoluta stagnazione" per i prossimi anni.  Dai dati emerge anche una ripresa dei flussi migratori da Sud a Nord: si registra una ripresa dei flussi migratori verso Nord (4 milioni di residenti in meno tra il 1955 e il 2008); si riduce la quota di popolazione sul totale nazionale (passata dal 36,4% del 1995 al 34,4% del 2011); si registra una "scarsa capacità" di attrarre lavoratori stranieri: per ogni 100 nati vivi, infatti, sono solo 3,6 gli stranieri mentre nel Nord-Est sono circa 6 volte di più. Non sono positivi i segnali che arrivano dal mondo del lavoro: è in aumento, infatti, secondo i dati, il tasso di disoccupazione (passato dall'11% del 2007 al 13,6% del 2011), in particolare quello giovanile (dal 32,3% al 39,9%); nelle regioni meridionali, inoltre, si concentra quasi la metà del totale nazionale delle persone in cerca di occupazione (il 47,5%).

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