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Monti: sottosegretari tecnici

Il premier ha chiarito la sua idea nel corso del Consiglio dei ministri. Forse venerdì i primi nomi. E per il Professore parte il tour europeo. Piena fiducia da Obama

ROMA. Sarà il premier Mario Monti, in raccordo con i ministri e dopo aver consultato i leader di Pdl, Pd e Terzo Polo, a scegliere viceministri e sottosegretari che, nel consiglio dei ministri, il Professore ha definitivamente chiarito saranno figure puramente tecniche. Per evitare che la partita dei numeri 2 dei ministeri si trasformi in un suk con un'infinita trattativa tra i partiti, il presidente del consiglio avoca a sé la decisione con una prima stretta sui nomi che, spiega un ministro, potrebbe arrivare già nel prossimo cdm di venerdì.
Perché il governo accenda tutti i motori, la scelta dei sottosegretari è tutt'altro che secondaria. Le commissioni parlamentari, per fare un esempio, questa settimana non sono convocate perché è necessaria la presenza di un esponente del governo "eppure - spiegano fonti parlamentari - ci sono provvedimenti, come l'art.81 con l'obbligo del pareggio di bilancio, che sono già incardinati e che potrebbero già essere discussi". Cosciente dell'urgenza, Monti affronterà il tema in incontri ad hoc, al rientro dal tour europeo, con i vari big, dal segretario Pdl Angelino Alfano al segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Che a loro volta hanno l'intenzione di aiutare il Professore a sbrogliare la matassa vista la mole di autocandidature, pressioni e sponsorizzazioni che da una settimana fioccano sia sui leader di partito sia sui dirigenti.

Intanto, parte l'operazione "credibilità" con cui l'Italia di Mario Monti punta non solo a convincere Ue e mercati sulla sua capacità di uscire dalle 'sabbie mobili', ma anche a riportare la voce di Roma nella stanza dei bottoni delle decisioni di Eurolandia. Riconquistando il suo ruolo di Paese fondatore dell'euro, co-protagonista delle grandi decisioni. Il 'Professore', forte anche della "piena fiducia" incassata oggi dal presidente Usa Barack Obama, si prepara al suo tour europeo, destinato a diventare una sorta di 'road show' - a Bruxelles con i vertici europei e giovedì a Strasburgo con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy - con un duplice obiettivo: convincere il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy e quello della Commissione, Jose Manuel Barroso, che l'Italia ha pronte le risposte, da tradurre a stretto giro in misure e riforme. E sedersi, con la cancelliera tedesca ed il presidente francese, ad un tavolo a 'tre' gambe, dopo il rischio che il direttorio - da molti battezzato come l'asse 'Merkozy' - relegasse Roma a  'sorvegliata speciale'. Forte anche di una nuova stagione nei rapporti con l'America di Obama che oggi ha chiamato Monti esprimendogli "piena fiducia". In lui ma anche "nell'elevata competenza" dei suoi ministri che sono un "ulteriore garanzia di un'efficace azione di Governo".

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