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Monti a lavoro: lunedì il Cdm, parte la "missione europea"

L'obiettivo è rinsaldare il legame con Bruxelles, Berlino e Parigi, ma anche tornare a sedersi a quei tavoli da Paese fondatore. Per farlo dovrà da un lato rassicurare istituzioni e partner comunitari sulla volontà e capacità del governo di mantenere gli impegni presi

ROMA. Lunedì ci sarà il secondo Consiglio dei ministri del governo Monti, ma la testa del Professore è già sulla missione europea. Per quella che, secondo la definizione riferita da un ministro, lui stesso avrebbe ribattezzato «operazione credibilita». L'obiettivo è rinsaldare il legame con Bruxelles, Berlino e Parigi, ma anche tornare a sedersi a quei tavoli da Paese fondatore. Per farlo dovrà da un lato rassicurare istituzioni e partner comunitari sulla volontà e capacità del governo di mantenere gli impegni presi; al contempo però dovrà ragionare - da pari a pari - con gli altri 'socì Ue sul fatto che nessun Paese, a cominciare dall'Italia, può risolvere da solo i problemi dell'euro e che dunque servono interventi 'strutturalì a livello europeo.
  


Agli appuntamenti europei, dopo un Cdm dedicato al decreto su Roma capitale e (forse) all'accorpamento e scorporo dei dicasteri, il presidente del Consiglio arriverà forte della
fiducia record incassata nei due rami del Parlamento, ma anche dell'appoggio più a lungo termine garantito da Silvio Berlusconi e dalla rinnovata fiducia del Quirinale che ancora oggi non ha fatto mancare il suo pieno sostegno salutando con un messaggio a La Stampa l'arrivo del nuovo governo come una «scossa» salutare per il nostro Paese davanti alle
difficoltà.  Grazie a questo consenso interno Monti intende recuperare credibilità in Europa. Ma non intende farlo da una posizione di debolezza. E i recenti attacchi speculativi alla Francia lo possono aiutare. Per questo è possibile che sul tavolo della trilaterale con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, il Professore ponga la questione di come difendere la moneta unica. La sua posizione in merito è nota, visto che l'ha esposta da editorialista sulle colonne del quotidiano di via Solferino: l'unica soluzione sono gli Eurobond. Ipotesi che tra l'altro potrebbe consentire alla Germania di mantenere l'attuale statuto della Bce che pone come primo obiettivo la difesa dall'inflazione.   


Solo al suo rientro dal tour europeo, Monti tornerà ad occuparsi delle questioni italiane. In primo luogo del completamento della squadra di governo, forse in un Cdm venerdì per il quale i ministri sono già stati pre-allertati. Sul fronte dei viceministri e dei sottosegretari non si registrano grandi novità con i vertici di Pdl e Pd che sperano che prevalga la linea di Monti: solo tecnici. Ma nei due maggiori partiti cresce il fronte dei parlamentari che ambiscono ad entrare nell'Esecutivo. Difficile però che riescano nell'impresa, anche perchè il Professore non vuole troppe ingerenze, soprattutto sui viceministri. Una volta archiviata la pratica 'politicà, il Professore potrà dedicarsi con maggiore energia alle misure anti-crisi e in favore della crescita. E sarà la partita più complessa. I 'titolì degli interventi ormai sono noti: Ici, sgravi fiscali sul lavoro, lotta all'evasione (con la rimodulazione della pressione fiscale sulla «ricchezza immobiliare»), riforma delle pensioni, ammodernamento delle norme sul lavoro, possibile aumento dell'Iva e riforma degli ammortizzatori sociali. Tutte misure su cui vuole trovare un «ampio consenso» in Parlamento e nel Paese. Ma dalla leader della Cgil arrivà il primo stop su Ici e pensioni e la richiesta di «partire» dalla patrimoniale. Proprio quello che non vuole Berlusconi che invece apre sull'imposta sulla prima casa e dice nò alla tassazione della ricchezza. Il Cavaliere, in un'intervista al Corriere, sembra ancora intenzionato a mantenere la linea del sostegno al governo. E arriva a dire che se Monti rispetterà le condizioni poste (non candidarsi, seguire gli impegni con l'Ue e, appunto, niente patrimoniale) il governo potrà arrivare al 2013.

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