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Palermo, chiude anche il cinema Tiffany

Dall'inizio dell'estate la sala, inaugurata negli anni Sessanta, non ha più riaperto i battenti. E i comproprietari ora ne stanno valutando la vendita o la locazione. E il Dante da qualche settimana ha messo da parte le pellicole e si dedica soltanto al teatro

PALERMO. Morto il 4 luglio. Non è né il remake, né la parodia del celebre film diretto da Oliver Stone con Tom Cruise. Piuttosto è la triste, sinora, fine del cinema Tiffany di viale Piemonte. Dall'inizio dell'estate, dopo aver proiettato «L'ultimo dei templari» (guarda il destino), la sala, inaugurata negli anni Sessanta, non ha più riaperto i battenti. E i comproprietari ora ne stanno valutando la vendita o la locazione.
Giuseppe Siviglia, uno dei gestori nonché sindaco di San Giuseppe Jato, spiega i motivi dello stop: «Non dipende solo dal calo degli spettatori, occorreva rinnovare la struttura ormai non più al passo con la tecnologia e gli arredi moderni. Il Tiffany è sempre stato un locale di primordine e non si poteva andare avanti così. Purtroppo tra i vari soci non si è trovato l'accordo per eseguire i lavori».
Dunque si va verso la cessione del locale, non si sa ancora se totale o solo in affitto. «Abbiamo ricevuto varie offerte - prosegue Siviglia - ma anche su questo aspetto bisogna trovare una linea comune tra tutte le parti interessate». E non è detto che il Tiffany rimanga una casa del grande schermo. «Ci impegneremo - assicura Siviglia - affinché si mantenga un punto di riferimento per lo spettacolo in città».
La famiglia Siviglia (con Giuseppe anche i due fratelli Eugenio e Salvatore) oltre alla storica sala aperta a San Giuseppe Jato nel 1935 dal capostipite Salvatore, gestisce nel capoluogo anche il Dante e l'Imperia. Il primo, quello di piazza Lolli, da qualche settimana ha messo da parte le pellicole e si dedica soltanto al teatro. Il secondo, quello di via Emerico Amari, chiuderà tra febbraio e marzo per un restyling: diventerà un multisala confortevole e con impianti di ultima generazione. Insomma la tendenza ormai è quella: 3D, audio ad alta fedeltà, pochi posti e possibilità di un'offerta variegata nello stesso luogo. Un po' quello che hanno già fatto al Metropolitan in viale Strasburgo e all'Uci al Forum di Brancaccio e l’Aurora di Tommaso Natale. Con buona pace delle immense e fascinose vecchie sale. Tant'è che negli ultimi anni hanno dovuto arrendersi al nuovo che avanza varie sale, tra cui, l'Adam's (piazza Turba), l'Astoria (via Magliocco) il Ciak (via Calvi), il Finocchiaro (via Roma) e il Royal (via Manfredi).
I dati dell'ultima stagione (dicembre 2010-novembre 2011) relativi ai cinema palermitani sono impietosi. «Si registra un calo del 33 per cento - afferma Eugenio Siviglia, per anni presidente dell'Anec, associazione nazionale esercenti cinema - e nonostante siano in uscita film che avranno un certo mercato in questo ultimo mese non potremo recuperare più di tanto».

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