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Leggi, mozioni, atti parlamentari La classifica dei deputati Ars

Il più attivo è Salvino Caputo Pdl) seguito dal collega di partito Vincenzo Vinciullo. Terzo Giovanni Barbagallo (Pd). Più della metà dei deputati ha presentato dall’inizio della legislatura meno di 20 proposte

PALERMO. Al vertice della classifica c’è lo stakanovista di Sala d’Ercole Salvino Caputo, primo per atti parlamentari: 462 dall’inizio della legislatura fra disegni di legge (80), interrogazioni (243), ordini del giorno (86), mozioni (52) e interpellanze (1). Il deputato del Pdl è per il terzo anno consecutivo il più prolifico, seguito dal collega di partito Vincenzo Vinciullo con 441 atti parlamentari: suo il record specifico di 356 interrogazioni. I due ex An sono inseguiti da Giovanni Barbagallo, parlamentare del Pd che si piazza al terzo posto con 181 fra interrogazioni e ddl ma che molto ha puntato nella sua azione in questa legislatura sul disegno di legge che riduce a 50 i deputati dell’Ars.
È il podio della speciale classifica che ogni anno lo stesso Barbagallo stila raccogliendo ed elaborando i dati forniti dal servizio d’Aula e dal servizio Lavori d’aula e dal servizio Commissioni. L’elenco mostra come nella top ten si piazzino 6 deputati democratici: nell’ordine, dal quarto posto in giù, Camillo Oddo, Antonello Cracolici, Pino Apprendi, Elio Galvagno e Davide Faraone.
I capigruppo si piazzano più o meno tutti al centro della classifica: il finiano Livio Marrocco è 19° con 63 atti, Giulia Adamo (Udc) è 25° con 46 provvedimenti, Rudy Maira (Pid) si piazza al ventottesimo posto con 39 interventi e Innocenzo Leontini è 35 con 35 atti. Ma la classifica mostra soprattutto che più della metà dei parlamentari, 51 su 90, ha presentato dall’inizio della legislatura meno di 20 atti parlamentari: si va dai 18 del berlusconiano Nino Bosco e anche di Toto Cordaro (Pid) e Pippo Laccoto (Pd) allo zero secco di Giovanni Cristaudo (ApS) e Luigi Gentile (Fli). Ben 20 deputati hanno presentato in poco più di tre anni meno di 10 atti ciascuno: Cimino e Bufardeci (FdS, ma sono stati a lungo assessori), Campagna (Pdl), Nicotra (Udc), Termine (Pd), Scoma (Pdl), D’Agostino (Mpa), Catalano (Pid), Di Mauro (Mpa), Marinese (Pdl), Mineo (FdS), Totò Cascio (Pid), Federico (Mpa), Parlavecchio (Mpa), Edoardo Leanza (Pdl), Scammacca (Misto) e Cappadona (ApS). Per Barbagallo «non è solo dalla contabilità degli atti che si può rilevare l’impegno istituzionale ma i numeri sono comunque indicativi della qualità di una presenza. Le assenze o la scarsa attività in termini di denunce e proposte, come accade per molti deputati, contribuiscono a delegittimare il ruolo delle istituzioni».

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