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Governo tecnico, scontro nella notte tra Pdl e Lega

Dopo cinque ore di vertice a Palazzo Grazioli, spaccatura sull’ipotesi di un esecutivo guidato da Mario Monti

ROMA. Scontro nella notte, con scambio di accuse a Palazzo Grazioli tra Pdl e Lega sul governo tecnico. Silvio Berlusconi chiede una decisione in tempi rapidi per definire la posizione del centrodestra sull'ipotesi di un esecutivo a guida Monti. Ma il Carroccio non ci sta e si chiama ancora una volta fuori dai giochi preferendo, come ha aveva detto ieri sera Umberto Bossi, di stare piuttosto all'opposizione per rifarsi una "verginità". La lite ha coinvolto anche alcuni ex An contrari a questa soluzione rimarcando la volontà di andare subito alle elezioni. Di qui il rischio anche di una spaccatura all'interno del Popolo della libertà. Per il Cavaliere il sostegno a Monti sarebbe ormai ineludibile: avrebbe ribadito la grave situazione economica chiedendo agli alleati di decidere in fretta. Resta il fatto che il vertice di questa notte non è stato risolutivo e il presidente del Consiglio ha alla fine chiesto tempo per riflettere nella consapevolezza che una risposta debba arrivare quanto prima, al massino entro venerdì.
Toni molto accesi ed una marcata spaccatura sull'ipotesi di appoggiare un governo tecnico a guida Monti: da una parte la maggioranza del Pdl pronto anche ad entrare in un esecutivo di emergenza nazionale, dall'altra la Lega Nord ed alcuni ex An fermi nel dire 'no' a qualsiasi governo che non sia politico. Dopo cinque ore di riunione a Palazzo Grazioli, si apprende da fonti di governo, la maggioranza di centrodestra non ha trovato ancora una intesa in vista delle dimissioni di Silvio Berlusconi che diverranno effettive questo fine settimana, una volta varata la legge di stabilità. Lo stesso presidente del Consiglio non è assolutamente convinto sul governo tecnico ma lo considera una scelta ormai ineludibile. I lumbard guidati da Umberto Bossi hanno ribadito che preferiscono andare all'opposizione piuttosto che appoggiare un governo tecnico che dovrà dare vita ad una serie di interventi durissimi per il Paese. Anche gli ex An hanno puntato i piedi con i ministri Altero Matteoli, Ignazio La Russa e Giorgia Meloni. Matteoli sarebbe arrivato a minacciare addirittura una scissione aggiungendo che almeno 30 parlamentari la pensano come lui. Più morbida la posizione del ministro La Russa. A quel punto però è iniziato un serrato pressing da parte del Pdl che vuole convincere il Carroccio ad entrare nell'esecutivo di emergenza. Ma la Lega non ha mollato. Bossi ha lasciato prima il vertice dando ai suoi il mandato di non recedere dalla posizione. Per i lumbard, infatti, c'é ancora lo spazio ed il tempo per un governo di centrodestra ma deve essere Berlusconi a giocare la carta con Giorgio Napolitano. Certo - si spiega - non ha fatto piacere l'apprezzamento per la nomina di Mario Monti a senatore a vita, vista come propedeutica ad un appoggio indiretto alla sua candidatura come nuovo premier.  Alla fine le parti si sono date appuntamento a oggi. Berlusconi vuole il tempo per riflettere sulla situazione.  

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